Un appello ai cittadini ad andare a donare il sangue e la richiesta alle istituzioni competenti affinché vengano creati percorsi di triage dedicati ai donatori così da garantirgli massima sicurezza. È quanto chiede l’Avis Umbria che torna a lanciare l’allarme sull’emergenza sangue. Attualmente, infatti, il Cuore verde d’Italia – secondo quanto spiegato dal presidente regionale, Andrea Marchini – è al di sotto di circa 30 donazioni al giorno rispetto a quelle che sono le esigenze sanitarie. Una situazione resa ancora più critica dalla pandemia.
L’imperativo dunque è, ancora una volta, sensibilizzare i cittadini a diventare soci Avis, ma non solo. L’invito è anche agli attuali 30.653 iscritti umbri, giovani in primis, affinché donino più una volta l’anno, come spiegato ai microfoni di Radio Gente Umbra dal presidente Marchini. “Il numero degli attuali donatori sarebbe anche sufficiente a soddisfare le esigenze, ma – ha sottolineato – abbiamo bisogno che facciano più di una donazione all’anno. Le percentuali di donazione sono dell’1,2 per cento, quindi la maggior parte fa una sola donazione l’anno e noi abbiamo bisogno invece di un maggior apporto di sangue”.
E quest’anno a pesare – come detto – è stato anche il Covid. “C’è molta paura anche perché non dappertutto sono stati fatti dei triage dedicati e ci sono anche difficoltà oggettive legate, ad esempio, alla lontananza dei punti di raccolta, come avviene per i donatori di Norcia o Cascia, che oggi non possono dare il loro contributo”. Critiche la situazione nel Ternano, ma anche nelle zone di Umbertide e Città di Castello, così come preoccupa la possibile chiusura dei punti di raccolta di Spoleto e Pantalla dopo che i rispettivi ospedali sono stati convertiti in strutture Covid. In particolare, a Pantalla verrebbe meno un utenza di circa 1.500 donatori del Marscianese e del Tuderte. Va meglio, invece, il Folignate. Anche se qui, l’invito alla direzione sanitaria del San Giovanni Battista è ad ampliare gli orari dedicati alla donazione, soprattutto il venerdì ed il sabato e inserendo anche qualche domenica dal momento che si tratta dei giorni di maggiore affluenza dei soci Avis al Sit.
Nel frattempo l’Avis resta in attesa di incontrare i direttori sanitari delle due Usl umbre e delle due aziende ospedaliere per analizzare le criticità dei singoli punti di raccolta, ma anche l’ok della Regione affinché alla donazione possa essere abbinato il test sierologico, questioni che nel mese di maggio erano finite al centro di un incontro tra l’assessore alla salute Luca Coletto e il direttivo guidato dal presidente Andrea Marchini.