Frode da 2 milioni di euro per due società del comprensorio folignate operanti nel settore del commercio di automobili. Le indagini, condotte dagli uomini della compagnia di Foligno della guardia di finanza e coordinate dalla Procura della Repubblica di Spoleto, hanno permesso di scoprire come le due società umbre fossero parte di un sistema irregolare di vendita di automobili. Irregolare perché, così come emerso, sui veicoli non era mai avvenuto il previsto versamento dell’Iva.
Le automobili, provenienti dalla Germania, venivano infatti sottoposte ad una serie di cessioni fittizie tra varie cartiere, ossia società di fatto inesistenti il cui scopo principale è emettere fatture false al fine di consentire evasione e frodi fiscali, così da rendere più difficile la ricostruzione contabile dei vari passaggi. Dalle cosiddette “cartiere” – non umbre -, i veicoli arrivavano poi alle due società del Folignate per essere vendute ai clienti, inconsapevoli del mancato versamento dell’Iva.
Nel complesso sono 280 le auto vendute con questo sistema, la maggior parte nella provincia di Perugia ma in alcuni casi anche fuori regione. Ad insospettire le fiamme gialle l’immatricolazione dei mezzi, effettuata in diverse città italiane di fatto non collegate ai luoghi di vendita. Da qui, dunque, sono partite le indagini che sono state estese anche al di fuori dei confini regionali. Grazie alle quali è stato possibile scoprire tutta una serie di false attestazioni, presentate ai vari uffici della motorizzazione civile, che servivano a mascherare il ruolo delle varie società fantasma e a fare risultare come già effettuato il pagamento delle imposte di cessione.
L’operazione, intitolata “Easy Car”, ha portato alla denuncia a vario titolo di 31 persone, compresi i legali rappresentanti delle “cartiere” e titolari di agenzie di pratiche auto. Tra i reati contestati truffa aggravata, falsità ideologica e utilizzo di fatture false per un ammontare di 9 milioni di euro. Ai proprietari dei veicoli, – come detto – ignari della truffa, è stata sequestrata la carta di circolazione originale dell’auto e consegnato un certificato recante il mancato versamento dell’Iva da parte delle società così da mantenere il tracciamento. Gli stessi potranno, quindi, continuare ad utilizzare le auto acquistate.
L’operazione si inserisce all’interno del contesto operativo che vede la guardia di finanza impegnata nella lotta alle frodi a carattere internazionale, che assumono profili di complessità (e di valore) sempre maggiori, ragione per cui risulta necessario, per contrastarle efficacemente, un elevato livello di preparazione professionale e giuridica.