In Umbria c’è stato un ottimo recupero delle prestazioni sanitarie sospese nella prima ondata della pandemia. A dirlo sono i numeri presentati dai vertici della sanità regionale durante la conferenza a palazzo Donini, con focus sull’organizzazione delle attività di cura dei pazienti non Covid. Seduti al tavolo l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, il direttore alla Salute, Claudio Dario, ed i commissari straordinari delle Aziende sanitarie e ospedaliere del Cuore verde d’Italia. L’analisi dell’assessore Coletto fotografa una seconda ondata che, differentemente dalla prima, non ha imposto lo stop delle prestazioni ordinarie. Anzi, dopo il blocco primaverile la macchina sanitaria si è messa in moto per recuperare le attività in standby. “A fine primavera – ha spiegato infatti Coletto – avevamo messo in piedi un programma di smaltimento delle liste d’attesa, grazie cui – ha proseguito – abbiamo recuperato gran parte delle attività di screening, visite ambulatoriali e specialistiche”. Nel dettaglio, lo screening ha visto il 90 per cento di adesioni agli inviti e delle visite specialistiche è rimasto indietro solo il 10 per cento rispetto al lockdown. Un recupero importante che, secondo il direttore Dario, è frutto di una grande esperienza maturata nel corso della prima ondata. “Dopo aver imparato a conoscere il Covid – ha sottolineato – stiamo gestendo questa fase, forti delle conoscenze acquisite in termini di dispositivi di protezione, cure, separazione dei percorsi, tracciamento ed isolamento”. Tutto questo, parole di Dario, ha permesso di erogare una grande quota di prestazioni non Covid, tenendo acceso, di fatto, “il motore sanitario”.
USL2 – A parlare poi della situazione nel territorio dell’Usl 2 è stato il commissario straordinario della stessa, Massimo De Fino. “In partenza erano circa 67mila le prestazioni sanitarie da recuperare – ha detto -, ad oggi ne restano intorno a 10mila che puntiamo ad abbattere completamente entro fine anno”. Mantenimento e recupero delle attività ordinarie. Così si può riassumere il modus operandi in questa fase nel territorio della Usl 2, “cosa possibile – ha detto il commissario – grazie al lavoro dei sei distretti”. Due gli aspetti che De Fino ha poi battezzato come cruciali. Uno è l’impegno degli operatori sul territorio attraverso le attività domiciliari, in cui si inseriscono anche le Usca. Il secondo è quello legato alla sinergia tra aziende sanitarie ed ospedaliere. “Una rete – ha proseguito – che ha garantito l’erogazione delle prestazioni e l’abbattimento delle liste d’attesa”. A sentire De Fino, qui si inserisce l’accordo siglato con l’Usl 1 per deviare una parte della chirurgia a bassa intensità anche verso Assisi.
VACCINO ANTI COVID – In Regione si è parlato poi di vaccino anti Covid. A delineare l’attuale stato delle cose è stato il commissario umbro per l’emergenza Covid, Antonio Onnis. “Il commissario nazionale Arcuri sta definendo le modalità di distribuzione, verosimilmente attraverso una gestione centralizzata – ha spiegato –, e noi siamo pronti a studiarle e renderle operative. Mercoledì in parlamento si parlerà proprio del piano di vaccinazione – ha proseguito Onnis –, intanto noi individueremo, su richiesta proprio di Arcuri, quattro ospedali per le attività vaccinali”. Il numero di dosi che arriveranno in Umbria in una prima fase ancora non si conosce, ma Onnis ha supposto siano 50mila (presumibilmente quello della Pfizer). Considerando che dovranno esserne somministrate due a distanza di un mese alla stessa persona, il primo lotto di vaccini andrà ad immunizzare 25mila unità.