L’emergenza Covid-19 da un anno a questa parte sta mettendo a dura prova il personale medico nazionale, non risparmiando nemmeno quello che opera in Umbria. Uno degli ospedali che sono entrati in maggiore sofferenza, soprattutto in questa seconda e terza ondata del virus, è il “San Giovanni Battista” di Foligno, sul quale ricade non solo l’utenza tradizionale del bacino che ruota intorno alla città, ma anche quella che arriva dallo Spoletino e dalla Valnerina, dopo che il presidio di Spoleto – il “San Matteo degli Infermi” – è stato considerato “ospedale Covid-19”.
Una delle tante necessità che si avvertono all’interno del nosocomio folignate – che ospita anche 50 posti letto Covid – è l’attivazione di una guardia radiologica h24. A spiegarne i motivi è il segretario aziendale Cimo Umbria presso la Usl 2, il dottor Francesco Corea, neurologo dello stesso “San Giovanni Battista”: “La situazione che si sta vivendo, ogni giorno che passa, si fa sempre più complicata. Dopo che l’ospedale di Spoleto è stato destinato alla cura dei malati Covid, a Foligno il personale medico e paramedico è chiamato a sforzi non più tollerabili. A una sollecitazione continua sono chiamati gli 11 medici radiologi, costretti quotidianamente a continui rientri in ospedale nelle ore serali e questo non è più accettabile, soprattutto alla luce del fatto che alcune settimane fa il direttore generale della Usl Umbria 2, Massimo De Fino, ventilò la sperimentazione, a iniziare dai primi di marzo, del servizio di guardia radiologica attiva h24. Sono passati giorni, ma questa operatività non è avvenuta”.
“In qualità di rappresentante di Cimo Umbria – aggiunge il dottor Corea – chiedo alla direzione generale i motivi che hanno portato a disattendere quanto annunciato, evidenziando che il perdurare di questa situazione, con continue attivazioni della reperibilità notturna, non è più sostenibile da parte dei colleghi radiologi. Ne va anche del servizio sanitario offerto all’utenza”.
Il dottor Corea ricorda che il servizio di radiologia si interrompe alle ore 20, per poi scattare, appunto, quello della reperibilità, “ma da quando siamo in emergenza pandemica – spiega – la reperibilità è all’ordine del giorno e spesso i medici radiologi, assieme al personale paramedico, sono costretti a restare in ospedale fino a notte fonda, senza poi poter usufruire del riposo all’indomani. Cosa diversa se, invece, fai il turno di notte – aggiunge il delegato Cimo – il giorno successivo si ha il tempo di recuperare forze ed energie”.
“Alla luce di tutto questo – conclude il dottor Corea – chiediamo alla direzione generale di spiegare i motivi per cui ancora non è stata attivata la guardia radiologica attiva h24 e soprattutto sollecitiamo la stessa direzione generale a non indugiare ulteriormente nell’attivazione del suddetto servizio”.