“Solidarietà” si conferma parola chiave in casa Rotaract Club Foligno. Soprattutto in un momento delicato come quello attuale, infatti, i membri della sezione cittadina non smettono di supportare la comunità anche attraverso importanti donazioni. Ultime, in ordine di tempo, quelle in favore del centro “Aba – L’Edera” per ragazzi e bambini autistici e di una famiglia folignate con un bambino affetto da sindrome rara. Nel primo caso, quello cioè della struttura di via Antonio da Sangallo in località Paciana, il Rotaract Club cittadino, rappresentato dal presidente, Leonardo Serenelli, e dal segretario, Francesca Soldani, ha consegnato un computer fisso, una stampante ed un tablet. Strumenti che, fanno sapere dal club, possono consentire un migliore svolgimento delle attività offerte ai giovani con disturbo dello spettro autistico. A raccogliere con entusiasmo la preziosa donazione sono stati il numero uno del centro, Erika Sampaolo, il vicepresidente ed i collaboratori.
Ma, come detto, una seconda azione solidale è arrivata anche in favore di una famiglia di Foligno e del suo bambino affetto da una forma grave di autismo combinata alla rara sindrome Smith-Magenis. A nome dell’intera sezione di Rotaract, Leonardo Serenelli e Francesca Soldani hanno consegnato alla signora Federica un pc fisso per la Dad e le attività extra scolastiche del figlio. La madre, contattata da Rgu, ha sottolineato l’importanza del gesto firmato Rotaract soprattutto in tempi, come quelli attuali, caratterizzati dalla pandemia. “Tempi durissimi – racconta – per le famiglie con bambini disabili costretti a casa e alla Dad che hanno bisogno del doppio delle attenzioni”. In questo senso, anche la donazione di un computer assume i connotati di una vera e propria boccata di ossigeno.
La mamma parla poi della violenza con cui la pandemia si è abbattuta sulle famiglie con disabili. “Il 2020 è stato devastante perché ha colto tutti impreparati, istituzioni comprese. Con il nuovo anno – spiega invece Federica – le cose sono andate meglio, anche grazie al Comune che ha messo a disposizione di mio figlio un operatore fisso che lo supporta nella didattica a distanza”. Dad difficile da gestire, aggiunge poi la mamma, soprattutto per giovani non autonomi come lui e che, inevitabilmente, riescono a stare poco tempo difronte al monitor. Difficoltà per gli studenti disabili e sacrifici per le famiglie, insomma. “Per dare a mio figlio maggiore assistenza – prosegue a tal proposito mamma Federica – ho dovuto ridurre le ore di lavoro e rinunciare, quindi, ad una parte di stipendio”.