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Foligno, viaggio tra ristoranti e bar di nuovo aperti: “Come il primo giorno di scuola”

Pubblicato il 26 Aprile 2021 14:31 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:29

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Un lunedì di riaperture che, per ristoratori e gestori di bar folignati, “è un po’ come – afferma qualcuno – il primo giorno di scuola”. Dopo mesi di chiusura al pubblico e soli servizi d’asporto e a domicilio, infatti, i titolari dei locali della città della Quintana hanno potuto, come da decreto, riaccogliere i primi clienti. C’è chi parla di “finta normalità”, chi si dice ottimista e chi continua a navigare a vista nel mare delle incertezze. All’alba della reintrodotta zona gialla, Rgunotizie ha raccolto alcune loro testimonianze. Le stesse che, almeno su un paio di punti, sembrano convergere: pesano l’obbligo di far accomodare gli avventori solo negli spazi esterni e la conferma del coprifuoco alle 22.

RISTORANTI – Limitazioni che condizionano la ripartenza della ristorazione a Foligno e rispetto cui abbiamo parlato con Federico Masciolini del ristorante La Mattera. “Le persone prenotano perché hanno voglia di normalità – osserva l’imprenditore – ma il coprifuoco serale è un problema poiché impone ai clienti di cenare troppo presto. In chiave pasto all’aperto – prosegue – incide chiaramente la variabilità del meteo”. Il ristoratore parla comunque di “entusiasmo” e, su questo, gli fa eco Chiara Azzarelli de La locanda di Zucca. “Coprifuoco e meteo sono fattori e variabili penalizzanti – riferisce a Rgu -, ma le prenotazioni, già da queste prime ore, non si sono fatte attendere, sia a pranzo che a cena. In questo caso – aggiunge – ci stiamo attrezzando con piatti che richiedono meno tempo di preparazione, così da snellire le lavorazioni e meglio rispettare l’orario di chiusura. Sempre alla luce delle limitazioni – conclude -, dobbiamo essere bravi a prevedere i flussi di clientela e fare, quindi, scelte ponderate anche sulla quantità di prodotti da acquistare”. La ristoratrice, di fatto, avrebbe promosso l’idea di far consumare anche all’interno considerando gli investimenti fatti in passato proprio per il rispetto dei protocolli anti contagio. Della stessa lunghezza d’onda Marina Tacchi de Il Cavaliere. “Tutte le risorse investite per un consumo indoor in sicurezza sono vanificate dall’obbligo del servizio all’esterno – spiega -, un guaio per chi non possiede spazi idonei e chi, come noi, deve fare i conti anche con gli orari della Ztl in centro storico”.

BAR – Ancor prima dei ristoratori, però, ad aprire le danze del posto al tavolo sono stati, per le colazioni, i titolari dei bar. “Anche se pare una falsa ripartenza – spiega Catia Rosi del CentralBar -, da stamane c’è un buon afflusso. E mentre pesano anche per noi coprifuoco e consumo esclusivamente all’aperto – aggiunge – i clienti sono confusi perché non è facile capire ciò che si può o non fare”. Gestire il servizio diventa dunque più difficile; aspetto, questo, confermato anche da Camilla Merendoni dell’omonima pasticceria e da Paolo Berti di Botanico. “C’è un discreto movimento – racconta la prima –, i clienti sembrano un po’ disorientati ma è normale, noi cerchiamo di rispondere al meglio alle loro esigenze”. “Le persone sono un po’ confuse circa gli atteggiamenti da seguire – spiega il secondo -, ma ci siamo attrezzati al meglio e siamo pronti per questa sfida”. E proprio “attrezzarsi” è fondamentale per la categoria, per andare avanti ed adeguarsi alle disposizioni nazionali. Ne sa qualcosa Giampietro Ciancaleoni del cocktail-bar Baraonda che ha apportato qualche novità all’offerta del locale per attirare i clienti in questo delicato momento. “Bisogna pensare a strategie per accontentare tutti e rispettare le regole – sottolinea – sono contento di riaccogliere i clienti ed ottimista per il futuro”.

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