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Foligno, i vigili confermano lo sciopero per il Giro d’Italia

Pubblicato il 8 Maggio 2021 09:45 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:26

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Dopo averlo paventato nelle scorse settimane, lo sciopero della polizia locale di Foligno in concomitanza con la tappa cittadina del Giro d’Italia diventa ufficiale. Gli agenti del commissariato di viale Marconi incroceranno le braccia il 17 maggio prossimo. Uno sciopero di due ore, dalle 16 alle 18, nel giorno in cui la città spalancherà le porte all’arrivo, in volata, della carovana rosa. A proclamare lo stop le sigle sindacali di Fp Cgil, Uil Fpl e Csa, che negli scorsi giorni hanno comunicato la decisione al Comune di Foligno, alla Prefettura di Perugia e alla Commissione di Garanzia. Decisione che è stata presa, in via definitiva, a margine dell’assemblea che si è tenuta lo scorso lunedì, durante la quale – secondo quanto si apprende – è emersa la volontà di procedere con lo sciopero, visto il perdurare di problematiche che – ribadiscono i diretti interessati – non sono state ancora risolte.

Che gli agenti folignati potessero incrociare le braccia in occasione dell’appuntamento con il Giro d’Italia era emerso intorno alla metà del mese di aprile, quando aveva iniziato a prendere forma l’ipotesi di “iniziative forti” soprattutto alla luce di alcune lettere che il personale della polizia municipale si era visto recapitare da palazzo Orfini Podestà. Missive che, come aveva spiegato il quell’occasione l’esponente della Uil Fpl, Andrea Russo,  comunicavano la “messa in mora per avere indietro, a partire dal primo gennaio 2015, i soldi degli straordinari e, addirittura, per chiedere di giustificare il debito orario che secondo il Comune ha maturato chi non è stato messo in servizio nei festivi infrasettimanali”. Compresi gli agenti in pensione. Comunicazione che aveva finito con il creare malcontento tra i diretti interessati, al punto da attivare anche gli uffici legali dei sindacati, ma non solo.

Ad incrementare i malumori anche la decisione di far lavorare tutti gli agenti lo scorso primo maggio, in occasione cioè della Festa dei lavoratori, replicando di fatto quanto accaduto – così come ribadito dalle rsu – nel giorno di Pasquetta. “Un modo di operare – avevano dichiarato in quell’occasione Ottaviani, Ruzittu e Gubbini – non più accettabile e incurante delle tutele e dei precetti fissati dalla legge e dal contratto nazionale del lavoro”.

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