Foligno in prima fila nella prevenzione dell’ictus. L’ospedale San Giovanni Battista è infatti tra i protagonisti europei del progetto internazionale “Prestige-Af”, che ha come obiettivo quello di esaminare la migliore prevenzione dell’ictus, appunto, per i pazienti che hanno avuto un’emorragia intracerebrale, sanguinamento all’interno del cervello e hanno un’aritmia cardiaca comune chiamata fibrillazione atriale.
In concreto, la struttura complessa di neurologia dell’ospedale folignate, diretta da Mauro Zampolini, nella Stroke Unit guidata dal Pierluigi Brustenghi e sotto la responsabilità e il coordinamento dei medici Francesco Corea e Monica Acciarresi, ha incluso nella sperimentazione clinica, dal primo giugno scorso, il primo caso sul territorio nazionale. Coordinata dall’Imperial College di Londra e dall’Azienda Ospedaliera di Perugia, la sperimentazione recluterà 654 pazienti da diversi paesi in tutta Europa per dare risposta alla necessità o meno che assumano farmaci anticoagulanti per prevenire l’ictus.
Il progetto ha ricevuto finanziamenti dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea, nell’ambito della convenzione di sovvenzione n. 754517. Oltre a questo studio, sui farmaci verranno sviluppati diversi sottostudi che esploreranno altri fattori come la previsione del rischio individuale, la genetica, i biomarcatori basati sul sangue, l’aderenza e l’esposizione ai farmaci, i fattori psicologici e cognitivi. Oltre 15 gli ospedali italiani che hanno aderito allo studio internazionale anche se, a causa dell’emergenza pandemica, non vi erano state finora inclusioni. Il progetto competitivo consentirà di portare preziose risorse economiche dai fondi europei all’Usl Umbria 2.
Lo scorso 4 giugno i ricercatori Valeria Caso e Francesco Corea, hanno trasmesso in live streaming il lancio dello studio Prestige-Af, presentando la piena operatività dei centri partecipanti per lo studio della profilassi secondaria dell’ictus cardioembolico in pazienti affetti da fibrillazione atriale e postumi di emorragia cerebrale. “Si tratta di un esempio significativo – dichiara il direttore generale dell’Usl Umbria 2, Massimo De Fino – che conferma la proficua collaborazione e la stretta sinergia tra i professionisti ed i reparti della rete ospedaliera umbra non solo nella gestione clinica ma anche nel settore della ricerca avanzata”.