Sotto la nuvola del Covid per il secondo anno consecutivo, sono partiti anche in Umbria i saldi estivi. La stagione dei prezzi scontati, dunque, ha preso il via anche nella città dei Trinci lo scorso sabato, per terminare il primo settembre. All’indomani del primo weekend di sconti all’ombra del Torrino, a tracciare un bilancio a Rgunotizie.it è il presidente di Confcommercio Foligno, Aldo Amoni. “Le aspettative, come sempre, erano e sono alte – spiega -, tuttavia solo nella giornata di sabato le cose sono andate discretamente. Non c’è da essere felici – ammette – però il giorno dello ‘start’ qualcosa si è mosso”. Diversa, invece, la fotografia di domenica. “Nel centro storico c’era poco movimento – sottolinea il numero uno di Confcommercio – e quindi le vendite sono andate inevitabilmente a rilento”. Complice, forse, la scelta dei cittadini di andare fuori città nel fine settimana, “oppure – suggerisce Amoni – il poco entusiasmo nel fare shopping”. Per lui, che li eliminerebbe del tutto, i saldi “hanno ormai da tempo perso il loro appeal”.
In questo senso, nella sua idea, l’ingrediente del rilancio sono gli eventi. “Al di là di saldi ‘sì’ o saldi ‘no’ – prosegue – servono manifestazioni, grandi o piccole che siano, ma comunque in grado di rendere la città maggiormente attrattiva. Tanto per i residenti – evidenzia – quanto per i turisti, in modo da portare movimento e, quindi, un maggior indotto per il commercio”. Su questa scia, il presidente Amoni avanza anche l’idea di “lasciare maggiore libertà ai singoli commerciati nell’organizzazione di propri appuntamenti capaci di invogliare gli avventori e di incentivare, quindi, gli acquisti”. Sempre stando a quanto riportato dal presidente di Confcommercio, il primo weekend di saldi estivi nella città della Quintana ha rivelato un andamento di vendite per settore non facile da decifrare. “Tra i negozianti – spiega – c’è chi è andato meglio e chi è andato peggio, in generale l’abbigliamento sta andando bene, complice – spiega – la ripresa delle cerimonie. Ma non è sempre così – aggiunge –, si vedano le difficoltà per la pelletteria e le calzature”. La situazione è complessa, dunque, e, per Amoni, c’è anche un’altra variabile di cui tener conto. “La crisi anche economica legata alla pandemia si fa ancora sentire – conclude – e non è perciò da escludere che le persone stiano più attente alle spese decidendo di fare dei tagli sullo shopping”.