15 C
Foligno
domenica, Maggio 19, 2024
HomeAttualitàFoligno, l’odissea di una residente del centro dopo il sisma 2016: “Prigioniera...

Foligno, l’odissea di una residente del centro dopo il sisma 2016: “Prigioniera in casa”

Pubblicato il 17 Agosto 2021 09:26 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:57

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

In bici lungo la Flaminia tra Foligno e Spoleto

In bici lungo la Flaminia. Protagonista un uomo che,...

Elezioni, Foligno Domani punta alla “rigenerazione del tessuto sociale”

Nata due mesi fa a sostegno della candidatura a sindaco di Mauro Masciotti all'interno della coalizione progressista, la lista civica si è presentata con i suoi uomini e le sue donne alla città, dicendosi pronta a lavorare su famiglie, sanità, cultura e partecipazione

Foligno, sorpreso a bucare le ruote di un’auto in sosta: a far scattare l’allarme una donna

L’uomo già nelle scorse settimane si era reso responsabile di episodi simili a quello avvenuto nella serata di venerdì in via Chiavellati. Ad intervenire un agente della polizia locale fuori servizio, poi l’arrivo dei poliziotti di via Garibaldi

Cinque lunghi anni: da tanto la signora Santa Baldoni è prigioniera in casa sua. Un’impalcatura di tubi innocenti, tavole di legno e pannelli di truciolare ha trasformato via del Giardino, grazioso vicolo del quartiere delle Puelle, in ricettacolo di guano e rifugio per piccioni e gatti.

Tutto è cominciato dopo il sisma del 2016, quando le forti scosse indussero il Comune di Foligno – con l’aiuto della Protezione civile – a mettere in sicurezza il vicolo cieco, dapprima evacuandone per alcuni giorni gli abitanti e poi costruendo le impalcature per proteggere i residenti dal possibile crollo di un vecchio palazzo che insiste all’inizio della via.

Quattro gli immobili adiacenti che rischiavano – e rischiano – di venirne travolti. Per sostenere le mura di quell’immobile pericolante le impalcature sono ancora lì: impossibile rimuoverle.

La struttura metallica avrebbe dovuto essere una soluzione temporanea, in attesa della messa in sicurezza del vecchio palazzo disabitato da decenni e di proprietà degli eredi dell’ultimo residente, deceduto anni fa.

Ma i lavori non sono mai cominciati e nel frattempo la signora Santa vive all’ombra delle impalcature, impossibilitata a tenere le finestre aperte e con la struttura piena di guano di piccione, insetti e sporcizia.

Un problema di vivibilità, igiene, sanità pubblica e sicurezza: l’odore, specialmente d’estate, talvolta si fa insopportabile.

“Sono costretta a lavare molto spesso il vicolo con abbondante acqua per far defluire la sporcizia e mandare via la puzza, particolarmente forte in questi mesi estivi. Impossibile stendere i panni, da anni porto le lenzuola in lavanderia. Qui – mi indica una finestra – ho dovuto mettere questa rete per evitare che i piccioni mi entrassero in casa. E qui – indica una parte del pannello di legno laminato – siamo dovuti intervenire per problemi di deflusso dei fumi della caldaia”. Ulteriore ma non meno importante il timore per la propria sicurezza, con la possibilità che le impalcature diventino una via facilitata di ingresso in casa per i ladri. “Grazie a Dio non è mai successo nulla ma la situazione è ormai insostenibile” aggiunge, spiegando come dal palazzo antistante “ogni tanto cade qualcosa”. Negli anni le stanze vuote, accessibili da finestre aperte e vetri rotti, sono state occupate oltre che dai piccioni anche da una colonia felina in continua riproduzione. Qualche tempo fa la visita degli ispettori del servizio di Igiene e Sanità pubblica, che non hanno potuto far altro che prendere atto della situazione.

Nel tentativo di risolvere la questione la signora Baldoni e altre famiglie confinanti con il palazzo inagibile dal 2017 hanno intrapreso una lunga battaglia legale verso i proprietari. Ultimo capitolo il pronunciamento del Tribunale di Spoleto dello scorso 10 marzo 2021, disponendo che “la parte reclamata realizzi le opere necessarie al fine di prevenire il potenziale pericolo di crollo dell’edificio di proprietà e, conseguentemente, effetti pregiudizievoli all’immobile dei reclamanti”.

Una vittoria di Pirro, i cui effetti tardano a farsi sentire: nessun cantiere in vista e la signora Santa attende ancora che – a cinque mesi dalla sentenza – arrivi il risarcimento delle spese di lite disposto dalle toghe di Spoleto.

 

Articoli correlati