“No al ritorno delle classi pollaio”. È l’appello lanciato da alcuni genitori di Foligno a poche ore dal suono della prima campanella in programma per domani, lunedì 13 settembre. Alla vigilia della ripresa delle lezioni in presenza, alcune famiglie folignati non nascondono infatti le loro preoccupazioni e perplessità per come sta per prendere il via il nuovo anno scolastico.
In una mail inviata alla stampa locale, un gruppo di mamme e papà di alunni della scuola media “Carducci” si dicono “esterrefatti dal mancato rinnovo del contratto ai docenti straordinari” e dal ritorno dei propri figli “alla classe originaria, composta in media da 25 alunni”. Nel settembre 2020, in concomitanza con l’avvio dell’anno scolastico, infatti, alcuni alunni della “Carducci” erano stati “prelevati dalla classe di appartenenza – spiegano i genitori – per entrare a comporre le sezioni Covid, con lo scopo di evitare le cosiddette ‘classi pollaio’”. A distanza di un anno, però, si è tornati alla situazione originaria. Decisione che per i genitori in questione “non si giustifica, né con il superamento dell’emergenza sanitaria, né con l’adozione di misure alternative, né tantomeno con la diffusione del vaccino in età scolare, ben lungi dall’essersi verificata”. Le conseguenze? “La lesione del principio della continuità didattica – sottolineano -, il rischio per la salute degli alunni e la mancata considerazione dell’importanza dell’educazione scolastica nella formazione di un contesto civile, che vanifica anche gli sforzi di tutto il personale docente”. Da qui, dunque, l’appello alle istituzioni competenti a fare un passo indietro, mettendo al primo posto la tutela della salute e della formazione dei ragazzi”.
E mentre alla “Carducci” si fanno i conti con il mancato rinnovo del personale Covid, in altri istituti cittadini criticità sono dovute alla carenza di spazi. Il riferimento è, in questo caso, ad alcuni stabili di proprietà della Provincia di Perugia che ospitano le scuole secondarie di secondo grado. Situazione che ha visto in questi mesi gli uffici provinciali deputati all’edilizia scolastica lavorare per individuare nuovi locali da mettere a disposizione delle scuole che ne avevano fatto richiesta, in alcuni casi anche di concerto con il Comune e altri enti.
Le problematiche principali, secondo quanto reso noto dall’Ente di piazza Italia, hanno riguardato il Liceo scientifico “Marconi”. A determinare la carenza di spazi, l’aumento della popolazione scolastica che ha comportato la formazione di altre quattro classi. I primi tavoli di lavoro per individuare una soluzione risalgono allo scorso mese di giugno e sono proseguiti nel corso di tutta l’estate. Diverse le ipotesi vagliate, dagli Orti Orfini all’ex Casa del Ragazzo, ma nessuna delle quali fattibile. Da qui la decisione di adibire ad aule alcuni laboratori presenti all’interno delle due sedi di via Isolabella e via Cairoli del “Marconi”. Per renderle, però, rispondenti alle disposizioni anti-Covid si è intervenuto con sistemi di areazione forzata.
Questo, dunque, il correttivo utilizzato dalla Provincia di Perugia, in attesa di intervenire in maniera più consistente sull’istituto guidato da Maria Paola Sebastiani. La prossima estate, infatti, si dovrebbe procedere con la demolizione delle ex officine sanitarie che sorgono accanto alla stabile di via Isolabella, operazione con consentirebbe la creazione di nuovi spazi. Previsti poi lavori di adeguamento sismico. Intanto si sta intervenendo sull’Istituto tecnico economico “Scarpellini”, dove – secondo quanto fanno sapere dalla Provincia – si sta lavorando all’adeguamento del sistema di prevenzione incendi.
Tornando alla questione spazi, qualche problematica era stata riscontrata anche all’Ipia “Orfini”, ma secondo quanto reso noto, si sarebbe ovviato utilizzando ulteriori locali a disposizione della stessa scuola. E proprio su questo fronte ad intervenire è stato il consigliere provinciale Jacopo Barbarito. “Chiedo alla Provincia – ha commentato – che si presti massima attenzione a queste criticità e che si intervenga con sollecitudine per la realizzazione di questi interventi. Che sono fondamentali – ha concluso – per garantire la piena ripresa delle lezioni e il ritorno in aula in sicurezza di studenti e docenti”.