Risarcimento per i membri del consiglio d’amministrazione della Valle Umbra Servizi il cui incarico era stato revocato nel 2019, dopo che il Comune di Foligno – socio di maggioranza della partecipata – aveva invocato lo “spoil system”. A distanza di due anni dalla sostituzione dell’allora presidente Lamberto Dolci e dei consiglieri Daniela Riganelli e Manuel Petruccioli – che si era, però, già dimesso nel mese di maggio dopo esser stato eletto sindaco di Giano dell’Umbria -, un nuovo tassello si va ad aggiungere alla vicenda che – lo ricordiamo – aveva fatto discutere e non poco. A riaccendere i riflettori sono stati Stefania Filipponi e Stefano Stefanucci. Con una nota inviata alla stampa, infatti, i due esponenti di Impegno civile hanno spiegato come lo scorso 10 giugno in sede di assemblea i Comuni abbiano votato il risarcimento dei membri del consiglio d’amministrazione revocato. “La notizia gira da tempo nei palazzi della politica, ma si cerca di minimizzare il fatto e di farlo ‘passare’ come normale prassi, priva di conseguenze per l’utenza” denunciano Filipponi e Stefanucci, sottolineando come del provvedimento non ci sia però traccia nel sito della società, “che – proseguono da Impegno civile – ancorché di natura privatistica ha capitale pubblico ed è tenuta al rispetto della trasparenza, anche se, magari, è stato fatto firmare, agli interessati, un ‘patto di riservatezza’”. Indiscrezione, quest’ultima, che ha trovato ulteriori conferme anche da parte della nostra redazione. Secondo quanto trapela, infatti, tra l’attuale dirigenza e i vecchi amministratori ci sarebbe stata una trattativa privata, di cui i membri dell’assemblea ne sarebbero stati messi al corrente ad operazione conclusa, quando cioè la questione del “risarcimento” è stata sottoposta ad approvazione. L’ammontare della cifra non si conosce ma, come specificano Filipponi e Stefanucci, verrà “coperto” con “soldi pubblici (sia pure in via stragiudiziale), con ciò confermando l’illegittimità o, quanto meno, l’irregolarità della revoca”. “Ma oggi, chi amministra la partecipata, che peraltro non brilla per efficienza e qualità del servizio – si chiedono da Impegno civile -, è legittimato a rimanere al suo posto, che occupa in virtù di una ‘rimozione senza giusta causa’ e, quindi, di una nomina, evidentemente, in violazione di legge? E quegli amministratori che hanno imposto la loro linea politica, pensando più agli interessi di bottega che al bene comune e, comunque, dimostrando uno scarso senso delle istituzioni, come giustificano il ‘risarcimento’?”. Queste, dunque, le questioni poste da Filipponi e Stefanucci.
L’AURI CHIAMA – Mentre la stessa Valle Umbra Servizi, secondo quanto apprende sempre la nostra redazione, è stata chiamata dall’Auri a presentare entro il 15 ottobre prossimo un piano economico-gestionale su come intende affrontare “mancanze e disservizi” lamentati negli ultimi mesi da alcuni dei Comuni su cui opera l’azienda.