Prima si sarebbero conquistati la fiducia della vittima fingendosi degli acquirenti e poi, con l’inganno, l’avrebbero truffata sottraendole 500 euro. Sarebbero un 50enne campano ed un 20enne magrebino, entrambi residenti nel modenese, i presunti responsabili dei reati di truffa aggravata in concorso e sostituzione di persona. Individuati e denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia dai carabinieri della stazione di Cannara dopo aver ricevuto una denuncia da un residente.
Lo stesso che, stando a quanto ricostruito, dopo aver inserito un annuncio di vendita di un motoveicolo in un noto portale e-commerce, sarebbe stato contattato telefonicamente da un finto acquirente. Questi, per ottenere la fiducia della giovane vittima, gli avrebbe anche trasmesso la foto del documento d’identità, dichiarando di abitare nel nord Italia e dicendosi interessato all’acquisto della moto. Trovato l’accordo, il presunto truffatore avrebbe suggerito all’ignaro venditore di recarsi ad uno sportello Atm per ricevere il pagamento anticipato della somma pattuita. Tratto evidentemente in inganno dai finti acquirenti e seguendone quindi le indicazioni, la vittima avrebbe inserito la propria carta bancomat e, dopo aver selezionato la voce “ricarica”, avrebbe digitato le cifre indicate dal presunto truffatore, fino a confermare più pagamenti per un importo complessivo di 500 euro. Solo dopo qualche ora, il cittadino avrebbe scoperto di non aver ricevuto nessun accredito, ma anzi di essere stato truffato versando i soldi ad un finto compratore, subito resosi irreperibile.
Quindi le indagini dei militari cannaresi che hanno portato all’accertamento delle identità dei presunti autori del reato. Gli stessi che ora dovranno rispondere non solo a quello di truffa aggravata in concorso, la cui pena è la reclusione fino a cinque anni e la multa fino a oltre 1500 euro, ma anche a quello di sostituzione di persona. Sì, perché le indagini avrebbero accertato anche che il documento d’identità usato dai due uomini appartenesse ad un soggetto estraneo alla vicenda e a sua volta vittima di una truffa ad opera degli stessi autori.
I CONSIGLI – I carabinieri ricordano che il fenomeno della truffa delle carte di ricarica, operazione che in realtà consente al falso acquirente di farsi accreditare l’importo sulla propria pay e di intascare illecitamente i soldi, e quello delle le truffe online del tipo phishing e smishing, sono sempre di stretta attualità e sempre più credibili. Pertanto, i militari evidenziano che le banche non inviano mai email, sms o chiamano al telefono per chiedere di fornire le credenziali di accesso all’home banking o all’app, per chiedere i dati delle carte di credito o la variazione dei dati personali.