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Violenza di genere, a Foligno 45 donne si sono rivolte al Cav

Pubblicato il 25 Novembre 2021 13:27 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:33

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Quarantacinque le donne che dal primo gennaio al 31 agosto si sono rivolte al Centro antiviolenza di Foligno. Quaranta, dall’inizio dell’anno fino ai primi di novembre, invece, gli interventi della locale Compagnia dei carabinieri a seguito di segnalazioni di maltrattamenti. Ed un’altra quarantina, sempre nello stesso periodo e dopo segnalazioni di liti familiari – come riportato nell’edizione della scorsa settimana della Gazzetta di Foligno – quelli condotti dal Commissariato di polizia. Numeri sulla violenza di genere che devono far riflettere, e non solo oggi, giovedì 25 novembre, che ricorre proprio la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

IL DETTAGLIO – Entrando nel dettaglio dei dati e partendo da quelli offerti dal Cav di via dei Molini, si scopre che le donne vittime di violenza accolte dal servizio dal giorno dell’apertura, ossia il 18 novembre del 2020, sono in tutto 63. Donne che, per uscire dalla violenza, si sono affidate dunque alle operatrici adeguatamente formate dal centro gestito dall’associazione “Libera…mente Donna”. Un centro che offre anche supporto legale e psicologico, nato, lo ricordiamo, con l’obiettivo di implementare i servizi atti a contrastare e prevenire la violenza di genere.

Piaga sociale alla cui lotta contribuiscono anche le forze dell’ordine. E lo fanno intervenendo laddove vengono fatte segnalazioni di maltrattamenti. Interventi, quelli effettuati dai carabinieri folignati coordinati dal comandante Alessandro Pericoli Ridolfini, che, come detto, hanno toccato quota 40 dal primo gennaio all’inizio di novembre 2021. Di fatto, il 30% in più dell’anno precedente, con un calo invece del 40% delle denunce, in totale 27. Numeri alla mano, inoltre, sono stati due gli allontanamenti coatti del coniuge autore di violenze e cinque le donne inviate al Cav, con una diminuzione di circa il 70%.

Poi le attività del Commissariato di polizia, quello guidato dal vice questore Adriano Felici. Nello stesso periodo di riferimento, come detto, sono stati una quarantina gli interventi degli agenti folignati dopo segnalazioni di liti familiari. Interventi cui sovente fanno seguito ulteriori accertamenti, che prendono il nome di “delega da codice rosso”, svolti entro 72 ore su richiesta dell’autorità giudiziaria. In questo senso, sono state evase tra le 30 e le 35 deleghe, con l’ascolto di persona lesa, eventuali testimoni o servizi sociali. Stando a quanto si apprende, il più delle volte, però, non ci sono stati arresto o denuncia.

PRESENTAZIONE DEL CAV – Uscendo ora dalla cruda casistica, è evidente che per combattere la violenza di genere occorra la sinergica collaborazione di più fronti: l’impegno, appunto, di associazioni e forze dell’ordine, ma non solo. Ed è proprio all’insegna di questa collaborazione che, nella mattinata di giovedì, è stato ufficialmente presentato a palazzo Trinci il Centro antiviolenza di Foligno non residenziale. Quello che, come spiegato dall’assessore comunale alla scuola, Paola De Bonis, parte dalla volontà della Regione di creare una rete interistituzionale per realizzare un maggior numero di centri di questo genere sul territorio. Il Comune di Foligno, in qualità di Ente capofila della zona sociale 8, ha aderito all’iniziativa e quella di palazzo Trinci è stata dunque l’occasione per presentare anche i membri della rete di soggetti partecipanti. Di fronte a decine di studenti folignati, sono infatti intervenuti rappresentanti dell’amministrazione, delle forze dell’ordine, del Centro pari opportunità della Regione Umbria e dell’Azienda sanitaria locale.

Una mattinata occasione di riflessione per i tanti alunni intervenuti, che De Bonis ha esortato a farsi carico di una “rivoluzione culturale”. “L’obiettivo – ha spiegato l’assessore ai nostri microfoni – è renderli protagonisti e consapevoli di quello che sta accadendo. Dal primo gennaio sono state 109 le donne uccise, quindi bisogna investire e insistere maggiormente nella prevenzione, che deve partire dalle scuole, perché luoghi privilegiati. Doneremo delle panchine rosse a tutte le scuole superiori della città – ha poi aggiunto – perché deve rimanere come memoria delle donne che non ci sono più. Nel vederle, i ragazzi devono fermarsi, riflettere e rendersi conto che quel posto non sarà mai più occupato da una donna vittima di femminicidio”.

Tra gli interventi, poi, quelli del comandante dei carabinieri di Foligno, Alessandro Pericoli Ridolfini, e del vice questore del locale Commissariato, Adriano Felici. “Parlare ancora di violenza sulle donne nel 2021 ci fa tornare nel Medioevo – ha detto Ridolfini -, la sensibilizzazione nasce in famiglia ma si sviluppa a scuola. Il 99% delle violenze avviene all’interno del nucleo familiare ed è quindi difficile da prevenire – ha poi sottolineato -, appena si notano comportamenti sospetti è bene rivolgersi alle forze dell’ordine che sono a disposizione”. Felici ha invece evidenziato come la “violenza di genere possa assumere diverse forme, c’è quella fisica, psicologica, relazionale ed economica”. Il vice questore ha infine ribadito l’importanza di tre concetti, ovvero il “fare rete, che permette di affrontare il problema con armi diverse, la segnalazione e quello dell’ascolto-empatia”.

Nel corso della mattinata, c’è stato anche spazio per la presentazione del logo del Cav realizzato dagli studenti dell’Istituto professionale “Orfini” di Foligno. Quello che racchiude la parola “Mia”, acronimo di “Meglio imparare ad amarsi”.

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