Anche per gli studenti di Foligno oggi è stato il giorno del rientro in classe dopo le festività natalizie. Il mondo scuola, però, sembra navigare a vista. E come poteva essere altrimenti, con una fase pandemica più che mai delicata come quella attuale. Rgunotizie ha raccolto le voci di alcune dirigenti scolastiche della città della Quintana, per capire quali connotati avesse assunto stamattina la ripresa delle lezioni in presenza. E c’è chi parla allora di situazione al momento gestibile e chi, invece, avrebbe puntato forte su un posticipo del rientro in aula per meglio affrontare situazioni critiche.
“Il rientro è andato abbastanza bene, manca qualche docente ma non si evidenziano particolari problemi”, spiega alla nostra redazione la preside dell’istituto professionale “Orfini”, Maria Rita Trampetti. La stessa che, dunque, parla di “situazione per ora sotto controllo” ma che spiega contestualmente come si debbano “aspettare i prossimi giorni per capire come si evolveranno le cose sul fronte contagi”. Trampetti racconta poi come avrebbe preferito ripartire tra una quindicina di giorni, così come richiesto al ministro Bianchi da diversi dirigenti di tutt’Italia, “perché – osserva – stiamo andando verso il periodo peggiore”. “Alla luce dell’esperienza dello scorso anno – prosegue –, forse sarebbe stato meglio evitare di riaprire ora con il rischio di richiudere fra qualche giorno. Sarebbe stata meglio la didattica a distanza per un paio di settimane – aggiunge – perché, pur essendo contrari alla Dad sul lungo periodo, forse per qualche giorno, e in una situazione di emergenza come questa, sarebbe tornata utile”. Anche perché tra i timori della dirigente c’è il fatto che le vacanze, tra pranzi e cenoni, possano aver significato maggiori occasioni di diffusione del contagio, e quindi il rischio di una generale risalita dei contagi. “Noi siamo comunque qui – conclude Trampetti – e facciamo il massimo”.
“La situazione per ora è gestibile e procediamo giorno per giorno” – spiega la preside del liceo classico “Frezzi – Beata Angela”, Rosella Neri. “Al netto di un monitoraggio che abbiamo eseguito – prosegue – sono circa 25 gli alunni positivi o in isolamento, per i quali abbiamo attivato la Dad. Il vero problema – sottolinea – potrebbe eventualmente essere la sostituzione di docenti e collaboratori, siamo comunque tranquilli e lavoriamo per garantire, attraverso il protocollo, la sicurezza di tutta la popolazione scolastica”. Sul posticipo, che non c’è stato, del rientro in aula, Neri parla poi così: “Se vi fosse stata la certezza che tra quindici giorni la situazione sarebbe stata migliore sarebbe andata bene la Dad, ma la certezza non c’è e quindi riaprire oggi o più avanti avrebbe cambiato veramente qualcosa?”. Per la dirigente è una “situazione imprevedibile” e quindi “ogni decisione si sarebbe potuta rivelare sbagliata”. Per Neri, inoltre, i genitori premono per le lezioni in presenza anche perché la didattica a distanza è pesante anche da un punto di vista psicologico. “Se cinema o palestre sono aperti – conclude la preside – perché non può esserlo la scuola?”.
Diverso il punto di vista della dirigente del liceo scientifico “Marconi”, Maria Paola Sebastiani, che avrebbe assolutamente puntato su un rinvio del ritorno a scuola di un paio di settimane. “Non avrebbe comportato rallentamenti – spiega Sebastiani – o maggiore ansia per i ragazzi, perché seguire le lezioni da casa solo temporaneamente non avrebbe avuto un forte impatto emotivo su di loro”. Inoltre, per la preside, gli studenti avrebbero avuto più tempo per vaccinarsi e si sarebbe potuto alleggerire il fronte tracciamento. “Spero di sbagliarmi – sottolinea la titolare del liceo di via Isolabella – ma nel giro di poco tempo la situazione sarà veramente difficile da gestire, non so se ce la faremo. Siamo in prima linea, ci rimbocchiamo le maniche e non ci tiriamo indietro – commenta – ma camminiamo sull’orlo dell’abisso”. Anche perché, stando sempre alla dirigente, nel suo liceo si contano un centinaio di studenti positivi al Covid, circa il 9% del totale, per i quali è stata attivata la Dad, “difficile però da gestire – evidenzia – perché è di tipo misto considerati i ragazzi che seguono da casa ed i compagni che contestualmente fanno lezione in presenza”. A preoccupare la dirigente anche la rapidità con cui Omicron si diffonde tra i banchi: “Se dovesse continuare così – conclude Sebastiani – si andrà incontro ad una governance ai limiti dell’impossibile”.