Prima ha chiesto aiuto ai carabinieri, poi ha cercato rifugio in casa della madre, la donna vittima di violenze che ha trovato il coraggio di denunciare i soprusi e i maltrattamenti subiti dal marito. Maltrattamenti che, fanno sapere oggi dall’Arma, duravano da anni. Fino a quando i carabinieri della stazione di Giano dell’Umbria non hanno messo fino a quest’incubo arrestando l’uomo, che si trova ora nel carcere di Spoleto.
Le manette ai polsi del marito sono scattate, di fatto, nella giornata di martedì 15 febbraio. Ricevuta la segnalazione da parte della stessa vittima, i militari hanno immediatamente raggiunto l’abitazione della madre, dove – come detto – la donna aveva trovato riparo insieme al figlio minore. Una volta sul posto, i carabinieri hanno beccato l’uomo in flagranza di reato, mentre colpiva con calci e pugni la porta d’ingresso dell’abitazione, suonando ininterrottamente il campanello e urlando frasi minacciose dei confronti della moglie. Comportamento che ha provocato nella donna un forte stato di ansia e di agitazione e che ha spaventato il figlio, trovato in lacrime. L’uomo è stato quindi bloccato e, come detto, arrestato per essere poi trasferito nell’istituto penitenziario di Maiano.
È stata così posta fine ad una storia di violenza, minacce e dal forte impatto psicologico sulle vittime. Il tutto, come sottolineato dall’Arma, grazie al coraggio della vittima e l’intervento tempestivo dei militari. “L’aspetto importante da sottolineare di questa triste vicenda – sottolineano dall’Arma – attiene alla capacità di creare ‘empatia’ nel rapporto tra la vittima e i carabinieri, costruendo un rapporto di fiducia per la risoluzione delle violenze reiterate nel tempo e mai oggetto di denuncia fino a pochi giorni fa. Di fatto, la formula più idonea di contrasto a forme di violenza di genere, anche per consentire alla magistratura, attraverso un quadro esaustivo degli operanti, di adottare i provvedimenti maggiormente idonei. Questa, dunque, la strategia che il comando provinciale di Perugia sta approntando in tutte le stazioni dipendenti, adottando un ‘format’ unico di trattazione della materia in ciascuna delle nove compagnie territoriali, incentivando il dialogo anche mediante cicli di conferenze e incontri presso le piccole comunità del territorio”.