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Ridurre il 60% del consumo idrico in agricoltura: l’esempio virtuoso di Caprai

Pubblicato il 6 Luglio 2022 10:42 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:53

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Un progetto sperimentale basato sull’irrigazione controllata, che riduce il 60% del consumo idrico in vigneto. L’esempio virtuoso, soprattutto se visto in questo periodo di siccità, arriva da Montefalco, e, in particolare, dalla cantina Arnaldo Caprai. A snocciolare i dettagli del progetto è proprio chi, da trent’anni, guida la realtà montefalchese, ovvero Marco Caprai. “Grazie a un impianto per la depurazione delle acque – spiega – siamo in grado di bonificare i reflui prodotti durante i processi di vinificazione e provvedere alla loro espulsione in acque superficiali. L’acqua così trattata – prosegue Caprai – viene impiegata per l’irrigazione delle aree verdi aziendali”. Per provvedere, invece, alla pulizia e sterilizzazione della cantina si è installato un nuovo impianto di microfiltrazione che ha permesso, a fronte di un maggior quantitativo di uve lavorate, di ridurre proporzionalmente il consumo di acqua di pozzo utilizzata”.

Insomma, se il deficit idrico è oggi uno dei temi bollenti in un’estate altrettanto bollente e siccitosa, la preservazione dell’acqua, e dell’ambiente in generale, è da sempre al centro di ricerche e sperimentazioni dalle parti di Caprai. A cominciare proprio dal progetto “Agroclim Technology”, “il cui obiettivo – spiega il responsabile R&S, Mattia Dell’Orto – è contrastare gli effetti delle ondate di calore estivo che, se associate a periodi di carenza idrica, compromettono significativamente la resa produttiva e qualitativa dei vigneti”. A tal fine, è stato implementato un impianto di irrigazione sperimentale capace di rilasciare quantitativi differenziati di acqua nelle diverse aree del vigneto. Impianto, realizzato tramite l’analisi di immagini satellitari e gestito da un software che rileva in tempo reale l’umidità del terreno, che si attiva solo in certi casi. Quando, cioè, viene superata la soglia di stress idrico impostata e se le previsioni meteo a cinque giorni non confermano eventi piovosi. Lo scopo? Fornire la minor quantità di acqua possibile solo nelle zone dove è effettivamente necessaria, massimizzando il risparmio idrico, la qualità della produzione e proteggendo le viti dalle ondate di calore.

E per far fronte al cambiamento climatico, tra le tecnologie implementate in casa Caprai, sempre nell’ambito del progetto “Agroclim Technology”, ci sono pure una ventola antibrina per il controllo dei danni da gelate primaverili ed un nuovo atomizzatore a recupero di prodotto per trattare i vigneti in modo tempestivo e ridurre del 50% il consumo di fitofarmaci.

Insomma, per la cantina montefalchese, i cambiamenti climatici impongono un urgente ripensamento delle tecniche agricole. Ed è qui che si inserisce l’utilizzo dell’impianto sperimentale a goccia con distribuzione sito specifica. Quello che ha permesso di utilizzare solo il 60% dell’acqua che sarebbe stata distribuita con un impianto tradizionale.

LOTTA ALLA SICCITÀ – “Quando questo metodo sperimentale sarà implementato sui vigneti aziendali – sottolineano quindi dalla cantina – si determinerà un grande efficientamento delle riserve disponibili senza compromettere la produttività dei vigneti che, anzi, in caso di annate particolarmente siccitose, beneficeranno di un netto miglioramento qualitativo delle uve e dei vini”. È il caso proprio di questa estate. A Montefalco, infatti, nel primo semestre 2022 le precipitazioni sono state in calo del 51% rispetto alla media, con solo 176 millimetri di pioggia di contro agli oltre 360 della media storica. Il suolo vitato della “ringhiera dell’Umbria”, stando ai numeri di Caprai, ha raggiunto a giugno un potenziale idrico negativo (scarsità di acqua) che normalmente si tocca a fine agosto. Ad oggi si registra un deficit idrico doppio rispetto a quello dello stesso periodo del 2021.

“Nell’anno in corso – sottolinea Caprai – valorizzeremo l’attento monitoraggio dei nostri consumi idrici per calcolare l’impronta idrica (Water Footprintdella nostra cantina. Non si tratta di un calcolo fine a sé stesso – conclude -, ma di un’attività che promuove un più efficiente processo di gestione delle risorse idriche”.

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