“Avremmo volentieri fatto a meno di essere qui, ma, purtroppo, ci troviamo a dover contrastare la scelta spregiudicata dell’amministrazione regionale in termini di divisione e privatizzazione del Tpl in Umbria, scelta che porterà, tra l’altro, ad un drammatico abbassamento dei livelli economici dei lavoratori”. È quanto hanno ribadito oggi, nel corso del presidio organizzato in piazza Italia a Perugia, sotto la sede della Regione Umbria, Ciro Zeno, segretario della Filt Cgil Umbria, e Christian Di Girolamo, di Faisa Cisal. I due sindacalisti, accompagnati da diversi lavoratori di Busitalia, oltre che da molti cittadini, hanno sottolineato come “la tanto decantata riduzione degli sprechi ricadrà, come sempre, sul personale, già pesantemente penalizzato negli ultimi anni”.
Rispetto alla gara divisa in 4 lotti, i sindacati hanno sottolineato l’oggettivo rischio che “se anche un’unica azienda li vincesse tutti, ogni unità avrebbe comunque una propria identità economica, e, di fatto, oltre a generare molte difficoltà a livello organizzativo, produrrebbe differenze fra un territorio ed un altro, poiché ad ogni lotto verrà destinata una quota economica differente in base alla densità di popolazione”. Traducendo in numeri, questo vuol dire per i sindacati che le zone più “ricche” forse potranno avere un servizio adeguato, mentre le altre, quelle più periferiche, saranno lasciate “all’abbandono totale”.
“Da questa piazza lanciamo un ennesimo appello alla giunta regionale – hanno concluso i sindacati – affinché ritorni sui suoi passi. Cosa che la legge (il famoso DL 50 art. 48 comma 4), consente, come dimostra quanto fatto in altre regioni, prevedendo che le gare possano essere svolte a lotto unico “purché vi siano comprovate ragioni”. “E nella piccola Umbria queste ragioni sono sotto gli occhi di tutti”.