Ci sono esperienze che per essere raccontate vanno lasciante decantare qualche giorno. È questo il caso dell’Umbria Factory Festival che, dopo tre settimane e oltre 50 appuntamenti divisi tra Foligno, Spoleto e Montefalco, manda agli archivi una seconda edizione davvero notevole e chiusa con una ciliegina: la performance visuale e musicale di Ryoichi Kurokawa. L’artista giapponese, ma berlinese d’adozione, si è esibito all’Auditorium San Domenico (evento in collaborazione con il Dancity Festival) portando sul palco “subassemblies”, un concerto elettronico, visuale ma sopratutto materico. Già, perché lo show con cui Kurokawa gira il mondo da tre anni, è qualcosa capace di generare un impatto fisico oltre che emotivo. È come prendere una scenografia di un film di David Lynch in un ambientazione realizzata da Edoardo Tresoldi mentre tutto intorno il mondo svanisce in una specie di Matrix. Un viaggio immersivo tra trigger, foreste sintetiche scomposte, strutture destrutturate e paesaggi industriali da urban explorer.
Insomma, un bel colpo. Ma tutto UFF22 è stato un gran colpo per le città coinvolte e per la eco che saprà generare: un programma ricchissimo e capace di far dialogare linguaggi artistici diversi e lasciarli convergere in processi creativi che sono andati ad animare tanti spazi cittadini diventati luoghi performativi coinvolgenti.
Un cartellone ricchissimo (di cui è veramente difficile un racconto organico tanta la vastità e la qualità) e pensato in modo tale da generare osmosi tra arte, sperimentazione e comunità residente. I ragazzi di Zut! sono riusciti a far fare un ulteriore salto in avanti a un contenitore che non ha uguali da queste parti (e non solo).
Alla base di tutto, da notare, la voglia di sostenere tanti giovani artisti emergenti, dare spazio a produzioni artistiche che altrimenti resterebbero lontane dai radar del pubblico. Oltre il teatro, oltre le performance, oltre la scrittura autoriale e la musica: UFF22 è un evento (anzi, mille eventi eccezionali) di cui ancora non abbiamo ben compreso la portata, ma che dovremmo sostenere con orgoglio perché rappresentano un tesoro artistico che un gruppo di ragazzi – grazie anche a tante collaborazioni – è riuscito a generare.
Il Festival dedica inoltre uno spazio rilevante alla crescita, all’accompagnamento e al sostegno di artisti giovani ed emergenti, e di nuove produzioni artistiche, portando avanti diverse tipologie di processi: un vero e proprio laboratorio aperto composto da nuove realtà artistiche e modelli innovativi di creazione.
In questi giorni UFF22 continua con Extra UFF, un’appendice ricca di spunti interessanti e produzioni da tenere d’occhio. Fateci un salto!