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Strade di sangue: in Umbria crescono incidenti e decessi

Pubblicato il 1 Dicembre 2022 14:59 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:25

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“O ci decidiamo a fare qualcosa o staremo sempre qui a commentare i dati per metterci in mostra”. Così ha esordito Ruggero Campi, presidente dell’Automobile club di Perugia durante l’incontro organizzato per illustrare i dati Istat sugli incidenti stradali in Umbria nel 2021 dai quali emerge un quadro definito “terribile”. Tornano a crescere infatti gli incidenti stradali e anche morti e feriti sulla strada rispetto al 2020.

Sono stati 2001 i sinistri che si sono verificati lo scorso anno rispetto ai 1699 del 2020 (+17,8%), 53 i decessi a fronte dei 45 dell’anno precedente (+17,8) e 2679 i contusi contro i 2268 del 2020 (+18,1%). “Continuiamo a constatare che la situazione peggiora – ha aggiunto Campi –. Senz’altro la ripresa della mobilità dopo il Covid ha influito però il nodo fondamentale è che strada vogliamo prendere. È ora di capire perché succedono queste cose: la prima causa degli incidenti stradali è la distrazione e mi viene subito in mente il maledetto telefonino di cui si fa un uso improprio alla guida nonostante vetture modernissime. L’altro aspetto che voglio sottolineare è lo stato disastroso della nostra rete stradale”. Per quello che riguarda la provincia di Perugia, nel 2021 si conferma un andamento in linea con quello regionale con l’aumento di incidenti, morti e feriti sulle strade rispetto all’anno precedente. In particolare, sono stati 1457 i sinistri, 236 in più rispetto al 2020, 45 morti (9 in più) e 1947 feriti contro i 1670 dello scorso anno (277 in più). Aumenta in Umbria l’incidenza degli utenti vulnerabili per età deceduti in incidente stradale, attestandosi su un valore superiore alla media italiana (66% contro 43,9%).

Molto apprezzato e condiviso è stato l’intervento del prefetto Gradone che ha ricordato il grande costo sociale in termini di perdita di vite umane e ribadito la necessità di un monitoraggio a livello regionale, non per semplice curiosità statistica ma come strumento di orientamento quotidiano per le forze in campo. Educazione alla sicurezza stradale, miglioramento delle infrastrutture e maggiore capacità di orientamento delle attività di controllo sono stati individuati come priorità su cui intervenire. “Tutti punti assolutamente da noi condivisi” ha commentato il presidente Campi che ha ricordato come, dal prossimo anno, due società dell’Aci Perugia, Autodromo dell’Umbria e Guidaci Service Srl, saranno trasformate in attività benefit e nel loro scopo sociale avranno il rispetto dell’ambiente e l’educazione alla sicurezza stradale.

Tornando ai dati, l’incidentalità rimane alta nelle aree maggiormente abitate e nei principali assi della rete stradale regionale, anche se gli incidenti più pericolosi si verificano nei centri minori. Il 64,7 per cento degli incidenti in Umbria si è verificato su strade urbane provocando oltre il 56 per cento dei morti (30) e il 61 per cento dei feriti (1635). Da maggio a settembre, in coincidenza con la riapertura di molte attività e del periodo di maggiore mobilità per le vacanze, si è verificato il 51 per cento del totale degli incidenti, in cui sono decedute 37 persone e ne sono rimaste ferite 1354. L’80 per cento dei sinistri ha avuto luogo tra le 8 e le 20, ma l’indice di mortalità più elevato si è registrato tra le 4 e le 5 del mattino e quasi il 40 per cento degli incidenti notturni si è verificato il venerdì e il sabato, con il sabato che detiene il valore più elevato di mortalità degli incidenti notturni. Guida distratta, velocità troppo elevata e mancato rispetto delle regole di precedenza sono le principali cause di incidente e la tipologia di sinistro più diffusa è lo scontro frontale-laterale seguito da tamponamento, mentre la fattispecie più pericolosa è l’urto con ostacolo accidentale.

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