“Se il tempo offusca i ricordi, noi abbiamo il dovere di porre in essere azioni quotidiane e concrete che mantengano invece lucida la memoria parlando alle persone”. È questo uno dei passaggi dell’intervento del consigliere comunale ed esponente di Foligno 2023, Mario Gammarota, nel corso della presentazione del progetto di arte urbana “Pietre d’inciampo”. Era stato proprio lui, a marzo dello scorso anno, a presentare in consiglio comunale una mozione – votata all’unanimità – per far sì che anche la città della Quintana aderisse all’iniziativa internazionale lanciata a Colonia nel 1992 dall’artista tedesco Gunter Demnig. Quella che, in particolare, prevede di installare dei piccoli blocchi quadrati di pietra, ricoperti di ottone lucente, davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti. Una pietra, appunto, sulla quale sono incisi il nome della persona, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione e la data di morte: in Europa ne sono già state installate oltre 70mila. Un progetto volto dunque a sostenere ad ampia scala la memoria dei fatti e come reazione a ogni forma di negazionismo e oblio, con il contestuale obiettivo di ricordare tutte le vittime del nazifascismo.
Ed ora, come annunciato durante la conferenza di presentazione a palazzo Orfini Podestà dall’assessore comunale all’Istruzione, Paola De Bonis, “anche la nostra città entrerà in questo grande circuito internazionale della memoria, con le prime sette ‘pietre d’inciampo’ che verranno posizionate a Foligno nel 2024”. “Oggi è un momento importante perché presentiamo un progetto veramente significativo – ha detto Paola De Bonis -. Dopo l’approvazione all’unanimità della massima assise cittadina alla mozione di Mario Gammarota – ha proseguito -, si è creato un comitato formato da studiosi e rappresentanti di associazioni che, così come gli uffici comunali dell’istruzione e della memoria, hanno iniziato a lavorare al progetto stesso. Nel 2024 avremo almeno 7 pietre – ha quindi spiegato l’assessore -, 5 da parte dell’amministrazione comunale e 2 gentilmente offerte dal Rotary. E con queste pietre dal forte valore simbolico – ha concluso –, oltre che raccontare ai giovani quanto accaduto in passato, si vuole rendere visibili gli invisibili, ridando dignità alle persone rimaste vittime di quegli orrori che non devono ripetersi mai più”.
“Per cose serie come questa, maggioranza ed opposizione si mettono insieme”, ha detto il consigliere Mario Gammarota riferendosi all’approvazione all’unanimità della mozione presentata nei mesi scorsi. “Doveroso ma non sufficiente ricordare solo in occasione di certe date, come può essere quella del 27 gennaio – ha poi evidenziato l’esponente di Foligno 2030 -, dobbiamo fare di più. E questo progetto va proprio in questa direzione – ha proseguito -, quando chiunque si imbatterà in una di queste pietre si imbatterà inevitabilmente in un ricordo. Un inciampo emotivo e non solo fisico – ha quindi spiegato -, in una pietra (10 x 10 centimetri) che parla al presente e che lancia nel futuro, come monito affinché quegli orrori non si commettano più”. Tornando alla mozione, “quando è stata approvata – ha detto il consigliere – non è stata più la mia proposta o del mio gruppo, quanto piuttosto un patrimonio della città”. “Queste sette pietre – ha concluso – saranno solo le prime che verranno installate a Foligno, ce ne saranno altre fino a che non saranno ricordati tutti i nostri concittadini deportati”.
Presente all’incontro in Comune anche il vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruben Della Rocca: “Questo progetto è un esempio di come si possa lavorare in squadra e garantire anche e soprattutto ai giovani un’educazione che va oltre stereotipi e sentimenti di razzismo e discriminazione – ha evidenziato -, un grande esempio di memoria attiva”. Riagganciandosi poi a quanto detto da Gammarota, Della Rocca ha ribadito come sia “importante fare memoria tutti i giorni, nel quotidiano”. “La pietra costringe ad inciampare proprio sulla memoria – ha proseguito –, coinvolgiamo sempre di più le scuole per trasmettere alle nuove generazioni il ricordo di quanto avvenuto. Anche perché in Italia abbiamo fatto una grande opera di rimozione, non abbiamo fatto i conti con la storia fino in fondo. La storia va invece studiata e raccontata perché, purtroppo, gli errori del passato sono ripetibili. Quando installerete le pietre – ha concluso – io ci sarò”.
“Il Rotary Club non poteva che essere parte attiva in un’iniziativa di grandissimo valore”, ha dichiarato Gianguido Cucciarelli, presidente della sezione cittadina che, come detto, ha contribuito economicamente per due delle sette ‘pietre d’inciampo’. “Pietre – ha osservato – che restituiscono la storia personale dei nostri concittadini, ridanno nome a chi ne fu privato e ricostruiscono contestualmente la storia della città. L’imperativo è ricordare – ha concluso Cucciarelli – ed è quello che stiamo cercando di fare”.
Ad intervenire pure Giovanna Carnevali in rappresentanza de “L’Officina della Memoria” presieduta da Rita Zampolini. Dopo aver posto l’accento sul lavoro del comitato in relazione al progetto, che ha visto anche la collaborazione con Aned e Anpi per l’individuazione dei nomi dei folignati deportati e morti nei campi di concentramento, Carnevali ha elencato quelli che verranno incisi sull’ottone lucente delle prime sette pietre. Si tratta, nel dettaglio, di Augusto Bizzarri, Giacomo Melelli, Franco Pizzoni, Antonio Salcito, Franco Santocchia, Luigi Olivieri e Lino Spuntarelli. “L’operazione di ricordare, così come quella di ricerca e di studio storico ci deve accompagnare per tutta la vita – ha commentato Carnevali – e in questo cammino è evidente che la scuola, e quindi le nuove generazioni, ha un ruolo chiave. Quelle che installeremo – ha concluso – sono pietre di riflessione che fanno capire in che modo l’uomo possa perdere la propria umanità”.
“Relativamente a questi temi, e ne è esempio l’approvazione unanime della mozione da parte del consiglio comunale, non esistono gruppi o colori politici, esiste piuttosto la condivisa condanna di quanto successo – ha sottolineato non senza commozione il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini -. Un qualcosa di orribile – ha aggiunto -, anche perché c’è stata una scientificità e metodicità in quello che sono stati capaci di fare i tedeschi e i fascisti che li hanno appoggiati. È nostro dovere non dimenticare e tramandare la memoria di avvenimenti che sono andati oltre l’immaginazione e l’umana esistenza– ha poi evidenziato Zuccarini -. Con le ‘pietre d’inciampo’ si è trovato un modo esemplare per ricordare – ha concluso – perché si ridà dignità a quelle persone a cui, si pensi al numero tatuato con cui i deportati venivano identificati, la dignità è stata tolta”.
A gennaio del 2024, quindi, le “pietre d’inciampo” saranno installate a Foligno con un evento importante aperto ai giovani. In vista di allora sarà il comitato di cui sopra a ragionare su dove posizionarle di preciso.