25.6 C
Foligno
sabato, Maggio 3, 2025
HomeCronacaFoligno intitola una piazza ad Angelo Mancia: in città scoppia la polemica

Foligno intitola una piazza ad Angelo Mancia: in città scoppia la polemica

Pubblicato il 4 Maggio 2023 16:09 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:00

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Manovra fiscale, il Pd incalza la maggioranza: “Scivoloni di una democrazia svuotata”

Dopo il consiglio comunale aperto del 30 aprile scorso non si è fatta attendere la risposta dei “dem”: denunciata l’assenza di confronto sul bilancio comunale e l’aumento della Tari e chiesto un uso della sala comunale più orientato al dialogo sui problemi della città

Due folignati insigniti della Stella al merito del lavoro

Natascia Massini e Roberto Velotti sono stati tra i 14 umbri che si sono distinti per meriti eccezionali nel corso della loro carriera. Il prefetto Zito: “Rappresentano una straordinaria testimonianza di eccellenza, di abnegazione e di dedizione silenziosa al proprio dovere”

Foligno-Terontola, nei weekend di maggio modifiche alla circolazione ferroviaria 

Previste cancellazioni, limitazioni e variazioni di percorso per consentire i lavori di potenziamento infrastrutturale programmati da Rete ferroviaria italiana. Interessata la tratta tra le stazioni di Ponte San Giovanni e Perugia

Fa discutere a Foligno la decisione del Comune di intitolare una piazza della frazione di Borroni ad Angelo Mancia, nato a Foligno nel 1953 e ucciso a Roma all’età di 27 anni durante gli anni di piombo. La cerimonia è in programma per martedì 9 maggio, alle 10.30, ma nel frattempo è scattata una mobilitazione per opporsi a quanto deciso nel consiglio comunale del 10 giugno 2022, quando con 15 voti favorevoli e due astenuti (David Fantauzzi e Rosangela Marotta del Movimento 5 Stelle) – il centrosinistra in quell’occasione non aveva partecipato alla votazione – era stata approvata la mozione presentata il 25 maggio dai capigruppo consiliari Riccardo Polli (Lega), Daniela Flagiello (Forza Italia), Giuseppe Galligari (Fratelli d’Italia) e Lorenzo Schiarea (Più in alto). Mozione, seguita, a distanza di qualche mese, dall’approvazione di un’apposita delibera da parte della Giunta Zuccarini. E ora – come detto – si sta per passare dalle parole ai fatti, ma sono in diversi a storcere il naso. Non solo singoli cittadini, ma anche associazioni. Il riferimento è, in questo caso, alla sezione folignate dell’Anpi che ha anche lanciato una raccolta firme online “che – dicono – ha raggiunto in pochissimo tempo centinaia di adesioni”, ma non solo. L’Anpi folignate ha, infatti, scritto anche al prefetto di Perugia, Armando Gradone, chiedendo che venga disposto l’annullamento o la revoca dell’intitolazione a Mancia. 

MINGARELLI (ANPI) – “Con l’intitolazione di un’area pubblica ad Angelo Mancia, noto neo-fascista degli anni ‘60-‘70 descritto nella pagine de Il Messaggero nel giorno della sua morte – dichiara il presidente di Anpi Foligno, Stefano Mingarelli – l’amministrazione comunale di Foligno prosegue nella sua azione politico-culturale di recupero di valori e memoria aberranti e divisive”. Il numero uno della sezione cittadina dell’associazione nazionale partigiani d’Italia esprime così “ferma riprovazione e sdegno” per la scelta operata, pur apostrofando Mancia come “vittima sí di una inaccettabile e terribile stagione di sangue”, ma anche sottolineando come “ad avviso di numerose testimonianze anche giornalistiche, sarebbe stato in vita protagonista attivo di episodi di violenza squadrista”. “Non possono esistere eroi o vittime eccellenti di quei tempi terribili, di nessuna parte politica” prosegue Mingarelli, criticando quella che definisce “una scelta di parte” a scapito di un “dovere di rappresentanza generale che avrebbe richiesto in questo caso di intitolare lo spazio pubblico ‘a tutte le vittime della violenza politica’ degli anni di piombo’. L’amministrazione – conclude – ha fatto un’altra scelta, ma sicuramente non in nostro nome, nel nome cioè dei cittadini democratici e antifascisti di Foligno”.

CHI ERA ANGELO MANCIA – A ricapitolare chi era Angelo Mancia è un articolo de Il Messaggero, pubblicato a seguito della sua uccisione, avvenuta il 12 marzo 1980. “Nato a Foligno 27 anni fa, il suo nome compare per la prima volta nelle cronache della violenza politica il 23 novembre 1974 quando viene riconosciuto tra gli aggressori di un giovane di sinistra, Luigi Schepisi, che finisce all’ospedale col cranio fracassato a colpi di spranga. Ma anche prima di quel giorno la sua era una faccia conosciuta nel quartiere Italia: ex marinaio ed ex pompiere (espulso dal corpo per indisciplina), già allora veniva indicato come picchiatore. Nel maggio del 1975 lo troviamo a Perugia detenuto per possesso di armi e due anni dopo al soggiorno obbligato in Sicilia per essere rimasto coinvolto in una rissa. Nel novembre del ‘77 ad Angelo Mancia vengono notificate altre due denunce, una per associazione a delinquere e una per ricostituzione del partito fascista. Nel marzo dell’anno successivo ancora denunce per violenza privata, lesioni aggravate e reati contro l’ordine pubblico. Nel dicembre del ‘78 viene denunciato per il possesso di un pugno di ferro e, due mesi dopo, l’ultima occasione in cui le forze dell’ordine di occupano di lui: insieme con altri sei giovani viene incriminato per il danneggiamento di un’auto a Lecce. Assunto al Secolo d’Italia, il quotidiano del Msi, in cui svolgeva mansioni di fattorino e si occupava della distribuzione in diversi uffici di Roma dei giornali. Nonostante la sezione del Msi del quartiere Talenti sia chiusa da tempo Mancia continuava a esserne segretario, ma senza venire più coinvolto in altri indagini”. 

LA MOZIONE – Nella mozione presentata dai capigruppo folignati di maggioranza lo scorso anno, Mancia veniva presentato come un “giovanissimo militante del Movimento Sociale Italiano”, ucciso “a soli 27 anni dal gruppo anarchico eversivo denominato ‘Volante rossa’”. “In base al certificato penale rilasciato dalla Prefettura di Roma in data 1 settembre 1979 – si legge ancora nel documento – lo stesso risultava incensurato”. Ripercorrendo la giornata dell’omicidio, i consiglieri folignati avevano poi ricordato come “lo stesso giorno giunse una telefonata di rivendicazione alla redazione de La Repubblica” e che “dal febbraio 2010 il caso è tornato all’esame della magistratura insieme ad altri 18 omicidi degli ‘anni di piombo’ rimasti insoluti”. E ancora, “il nome di Angelo Mancia venne commemorato dall’allora presidente della Camera dei Deputato, Nilde Iotti” e che nel 2011 “il Comune di Roma ha intitolato un viale ad Angelo Mancia, con una cerimonia ufficiale alla presenza dell’allora ministro della Gioventù Giorgia Meloni in rappresentanza del Governo Italiano, e dell’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno”. Passando alla storia locale, invece, nella mozione veniva riportato come nel 2010, in occasione della Giornata della memoria dedicata alle vittime del terrorismo interno e internazionale, l’allora assessore comunale Rita Zampolini ricordò la figura di Angelo Mancia esprimendo vicinanza ai familiari”, così come in quella stessa occasione il sindaco Nando Mismetti aveva scritto una lettera ufficiale alla famiglia del 27enne, parlando di “vicinanza umana e istituzionale del Comune di Foligno”. 

IL PD DI FOLIGNO – “In generale, un Comune può intitolare una via a personalità che hanno contribuito a cultura, scienza, letteratura o che si sono distinti nell’impegno civile. Il comune di Foligno, no. Dedica una piazza a chi si è distinto per atti di indicibile violenza. Eppure Foligno vanta le origini di personaggi illustri, ma non è il caso di Mancia che era un Fascista (come lui stesso amava definirsi) e un picchiatore, come lo definiscono i fatti”. Così, sui social il Pd folignate, che punta il dito contro l’amministrazione Zuccarini, parlando di “sbando morale”. “Calpestate i valori costituzionali in una città medaglia d’Argento al valor civile – proseguono -, non siete in grado di distinguere colpevoli e innocenti, non avete la cultura – minima – per individuare personalità del territorio che si sono distinte per aver lottato per i diritti, per aver difeso i più deboli, per la libertà e per tutti quei principi democratici che snobbate”. 

LA QUESTIONE MANCIA IN PARLAMENTO – Intanto la questione si prepara a finire in Parlamento. La deputata Elisabetta Piccolotti ha, infatti, depositato un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in cui ricapitolando l’intera vicenda chiede “se non intenda acquisire dal prefetto di Perugia ogni elemento utile a valutare l’opportunità di intitolare una piazza del Comune di Foligno ad Angelo Mancia ritenendo auspicabile che si giunga all’annullamento e/o la revoca della suddetta intitolazione e della necessaria autorizzazione del prefetto”.

IL SINDACO ZUCCARINI – “L’intenzione, come riportato nella mozione – ha spiegato il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, intervenendo sulla vicenda – è quella di ‘ricordare le dolorose vicende della nostra storia, al fine di promuovere e garantire con forza i diritti di libertà e condannare e contrastare ogni forma di terrorismo, che rappresenta un pericolo per le istituzioni democratiche e repubblicane’”. E per farlo la data scelta è stata quella del 9 maggio, in cui ricorre la Giornata in memoria delle vittime del terrorismo. In quell’occasione, così come riferito dal primo cittadino, “verrà scoperta la targa, già apposta in loco dallo scorso 9 febbraio, con tutte le autorizzazioni necessarie previste dalle normative in materia”. Alla cerimonia, però, non saranno presenti i familiari di Angelo Mancia “perché invitati – ha detto il sindaco – alle cerimonie istituzionali di commemorazione, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella”. Dal primo cittadino, poi, anche una replica a quanto dichiarato da Elisabetta Piccolotti. “L’onorevole Piccolotti sostiene che ‘Mancia non era di Foligno, seppur vi fosse nato’ ma di fatto era folignate a tutti gli effetti; sostiene poi che fosse un ‘pluripregiudicato’ cosa non vera, come confermato dal certificato penale e dall’assenso di competenza rilasciato dalla Prefettura per l’intitolazione, con parere favorevole della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria”.

Articoli correlati