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Raccolta differenziata, il Folignate-Spoletino fanalino di coda dell’Umbria

I dati pubblicati da Arpa Umbria per il quarto trimestre del 2023 confermano le difficoltà del territorio del Sub ambito 3. Legambiente: “Immobilismo inaccettabile, in regione ci sono buone gestioni: basta copiare”

Pubblicato il 4 Giugno 2024 17:18 - Modificato il 5 Giugno 2024 14:05

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“Desolante fotografia per il Sub ambito 3 quella che emerge dalla lettura dei dati pubblicati da Arpa Umbria relativi alle raccolte differenziate del quarto trimestre 2023”. È il commento dei circoli di Foligno e Spoleto di Legambiente, che intervengono relativamente ai dati – provvisori – per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti negli ultimi tre mesi dello scorso anno. In attesa dei dati annuali definitivi e certificati da parte della Regione, la cui pubblicazione è prevista come al solito a inizio estate, per Legambiente “è già possibile fare le prime considerazioni a consuntivo di un anno che per la Valle Umbra Servizi è stato l’ennesimo in cui non si è registrato alcun miglioramento”. Andando a vedere da vicino i dati della raccolta differenziata forniti da Arpa Umbria e riportati da Legambiente, il Sub ambito 3 (ovvero i 22 comuni della Valle Umbra e della Valnerina) si attesta su una media del 57%, “ovvero 9 punti sotto quella regionale che comunque rimane stabile. Forse i dati annuali sposteranno di qualche punto percentuale – dice Legambiente – ma comunque i dati trimestrali sono quelli realmente indicativi per valutare se eventuali cambiamenti del servizio hanno prodotto risultati quantitativi”.

Così proseguono poi dall’associazione ambientalista: “Spoleto, che nel 2022 aveva di poco superato Foligno con un 62% annuale, nel quarto trimestre conferma la stessa percentuale, senza nessun avanzamento e miglioramento. Stessa cosa per il comune di Foligno che rimane inchiodato al 60% da anni, punto più punto meno. Anche gli altri Comuni non brillano: Nocera con il 30% e Montefalco con il 44% confermano i soliti ritardi, nonostante qualche timido segnale di miglioramento. Spello si attesta sul 61%, Bevagna sul 58,8% e Trevi, un tempo eccellenza della Valle Umbra, sta repentinamente peggiorando (64% nel quarto trimestre). In Valnerina si passa dal misero 3% di Poggiodomo, al 51% di Santa Anatolia ma anche questa senza miglioramenti”. Poi, gli ambientalisti passano all’attacco:  “Come è possibile – si chiedono Legambiente Foligno e Legambiente Spoleto – che in un’azienda interamente controllata dai Comuni soci, questi non abbiano né singolarmente, né collettivamente la possibilità di incidere sulle scelte strategiche dell’azienda? Tre anni fa la Vus ha annunciato un piano industriale, mai reso pubblico ai cittadini e alle associazioni – continuano i due circoli di Legambiente –, che avrebbe dovuto prevedere una rimodulazione dei servizi che evidentemente o non sono stati realizzati o sono stati insufficienti, se non fallimentari”.

La rimodulazione, sia a Foligno, sia a Spoleto, ha riguardato il solo calendario delle raccolte che si è uniformato su ritiri di 15 giorni sia per i condomini con secchielli da 40 litri che nelle case singole con bidoni da 240 litri. Una soluzione che ha facilitato il servizio ma certo non ha incrementato le performance di raccolta e ha scontentato molti cittadini.

“Non è comprensibile e soprattutto non è accettabile questo immobilismo in Valle Umbra e in Valnerina – concludono Legambiente Foligno e Legambiente Spoleto -. Serve un drastico cambio di rotta, con una riorganizzazione coerente ed efficiente che preveda il coinvolgimento delle comunità. Servono misure per la riduzione dei rifiuti alla fonte, strategie di riuso, domiciliarizzazione della raccolta differenziata, valorizzazione delle materie seconde e implementazione delle filiere di riciclo. Gli esempi che assicurano una buona gestione dei rifiuti urbani con alte percentuali e buona qualità di raccolta differenziata esistono anche in Umbria, basta copiare”.

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