Dopo tanto anni il Giotti è tornato a vestire a festa il palazzo delle Canoniche, quello cioè che sorge accanto alla Cattedrale, affacciandosi su piazza della Repubblica e largo Carducci. Per il Rione di piazza Faloci Pulignani e per diverse generazioni di giottini un vero e proprio salto indietro nel passato. “La prima evidenza documentale che accerta la presenza delle bandiere ondate sui merli del palazzo è datata 1949, anno in cui l’Istituto Luce dedica un’edizione della Settimana Incom alla Giostra della Quintana” spiegano infatti dal Rione del priore Alfredo Doni, aggiungendo: “L’immagine d’apertura di quel resoconto è proprio il primo piano della bandiera del Giotti che sventola sui merli delle Canoniche. Mentre, in altre foto, si vedono oltre alle bandiere anche i drappi esposti alle finestre del palazzo, quando ancora su piazza della Repubblica circolavano le auto”.
Un legame profondo, quello tra il Nobile Rione Giotti e il palazzo delle Canoniche, visto che proprio in quelle stanze fu aperta la prima sede rionale. L’idea di riaddobbare il palazzo è nata dall’attività del Museo rionale Societas Juctorum, per poi concretizzarsi grazie alla collaborazione con l’Ufficio Beni culturali ed edilizia di culto della Diocesi di Foligno, diretto dall’architetto Fabio Laurenti e da fratel Leonardo De Mola. Due le fasi in cui ha preso forma: a giugno con il posizionamento di 10 bandiere rionali sui merli del palazzo, grazie al contributo di Guido Tofi, amico di lungo corso del Giotti; e in questo mese di settembre con l’apposizione sulle finestre dell’edificio di 20 drappi appositamente realizzati dall’azienda folignate Arredocasa, riprendendo su indicazione dello staff rionale la forma e lo stile di un antico drappo originale di inizio XVII secolo conservato tra i cimeli della contrada.
“Si tratta – ha dichiarato il priore Doni – di un progetto per noi di grande significato su cui per molti mesi abbiamo investito tempo ed energie convinti di fare un regalo importante non solo al Rione Giotti ma alla città intera”. “Aver aderito a questo progetto – ha detto da parte sua l’architetto Laurenti, sottolineando la vicinanza del vescovo di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, alla Quintana – ci ha dato la possibilità di rinsaldare un legame profondo con la manifestazione, grazie a ricerche che hanno permesso di riscoprire importanti elementi e riferimenti storici”.