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Consulta di protezione civile, cambia l’elezione del presidente. Calabrese: “Scelta irrispettosa”

Il numero uno uscente punta il dito contro la decisione dell’amministrazione comunale di Foligno di modificare le regole, assegnando la nomina al sindaco. “Un atto di totale delegittimazione. Svilisce l’essenza di un istituto di partecipazione democratica”

Pubblicato il 18 Ottobre 2024 11:58 - Modificato il 20 Ottobre 2024 12:12

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“Un atto totale di delegittimazione”. Così il presidente uscente della Consulta comunale delle associazioni di protezione civile di Foligno apostrofa la modifica del regolamento avviata dall’amministrazione comunale su indicazione del sindaco Zuccarini e approvata in seconda commissione nella seduta dello scorso mercoledì con il voto contrario dell’opposizione, che non ha fatto mancare le proprie contestazioni.

Danilo Calabrese, in particolare, punta il dito contro la decisione di cambiare il meccanismo di elezione del presidente, modifica che bolla di fatto come quella “sostanziale” rispetto a tutti gli altri interventi operati. “Nella nuova formulazione – spiega – il presidente non verrebbe più eletto democraticamente dai membri della Consulta, ma sarebbe invece designato dal sindaco e resterebbe in carica per l’intera durata della legislatura. Peraltro – prosegue – questi potrà essere nominato anche tra coloro che non appartengono alle stesse organizzazioni facenti parte”.

Una decisione che per Calabrese, che ha da poco terminato il suo secondo e ultimo mandato alla guida dell’organismo, risulta “profondamente irrispettosa e svilente dell’essenza stessa della Consulta, che rappresenta – sottolinea – un istituto di partecipazione democratica di una delle componenti più importanti del Sistema di protezione civile, ovvero il volontariato”.

Ad indignare l’ormai ex numero uno, però, sono stati anche i modi. “Nessun preavviso, nessuna concertazione preventiva” dice, parlando piuttosto di un “provvedimento di palazzo calato dall’alto che si configura – prosegue – come una totale mancanza di attenzione nei confronti di chi rappresenta centinaia di donne e uomini che in innumerevoli occasioni in questi anni, hanno garantito e continuano a garantire sicurezza alla nostra comunità”. “Tra le motivazioni alla base della decisione del sindaco, vi sarebbe stata perfino una presunta mancanza di progettualità da parte della Consulta” sottolinea Danilo Calabrese precisando che “in questi anni, le uniche iniziative che si sono realizzate, sono state possibili esclusivamente grazie alla generosità e all’impegno delle organizzazioni stesse, non certamente per la partecipazione attiva o il sostegno dell’amministrazione comunale”.

Tra i punti caldi toccati, poi, quello relativo ai contributi, necessari “per il sostentamento delle strutture, per il mantenimento della capacità operativa dei mezzi e delle attrezzature”. Nonostante le sollecitazioni all’Ente di palazzo Orfini Podestà, Calabrese ricorda come la cifra impegnata sia stata sempre la stessa, pari cioè a “6 euro all’anno divisi per cinque organizzazioni”. “Una cifra a malapena sufficiente – incalza – a pagare le polizze per un paio di automezzi”.

Da qui, dunque, l’invito a “sedersi intorno ad un tavolo e costruire insieme strumenti con cui aumentare la capacità di risposta del nostro territorio” ribatte, anziché “pensare a modi per controllare l’indirizzo della Consulta”. E un appello al consiglio comunale “con l’auspicio che voglia considerare che trasformare tale organismo in uno strumento politico e politicizzato va contro gli ideali che lo hanno ispirato e contro il senso stesso del volontariato di protezione civile”. “Ho provveduto ad informare i presidenti di tutte le organizzazioni di quanto è in atto – ha quindi concluso Calabrese – e tre su cinque, me compreso, hanno già rappresentato la loro contrarietà a questa scelta”. 

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