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Foligno, giovedì i funerali di Salvatore Postiglione

Dalla Procura il nullaosta alle esequie del 56enne ucciso a coltellate il 7 novembre scorso. Martedì mattina il 17enne accusato del delitto ha incontrato i suoi avvocati, mentre la Procura ha affidato l’incarico per l’analisi dei dispositivi elettronici

Pubblicato il 19 Novembre 2024 19:07 - Modificato il 20 Novembre 2024 17:59

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Si terranno giovedì 21 novembre, alle 14, nella chiesa di San Paolo Apostolo in via del Roccolo i funerali di Salvatore Postiglione, il muratore di 56 anni ucciso a coltellate all’alba del 7 novembre scorso in via La Louviere e della cui morte è accusato il 17enne attualmente detenuto all’Istituto penitenziario minorile di Firenze, su cui pesano gravi indizi. Nel pomeriggio di martedì 19 novembre è arrivato il nullaosta del procuratore Flaminio Monteleone alla restituzione della salma alla famiglia, che ha fissato così per giovedì l’ultimo saluto al 56enne. Ma quella di martedì è stata una giornata importante anche su altri due fronti. In primis perché sempre dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Perugia è arrivato il conferimento dell’incarico per gli accertamenti tecnici sui dispositivi elettronici della vittima e del minore. Sotto la lente d’ingrandimento non solo i telefoni di Postiglione e del 17enne, ma anche un tablet sempre di proprietà del ragazzo. Gli esperti avranno massimo 60 giorni di tempo per effettuare tutti gli accertamenti del caso e depositare le relative relazioni scritte con l’esito dell’analisi compiuta. Ed è proprio dai tre dispositivi che tanto gli inquirenti quanto gli avvocati sperano di avere risposte certe sul movente del delitto, sui motivi che avrebbero spinto un giovane di soli 17 anni a scagliarsi con furia sul 56enne, colpendolo con oltre 50 coltellate. Diciassettenne che, sempre martedì mattina, ha avuto modo di incontrare per la prima volta gli avvocati Samuele Ferocino e Ilario Taddei. Un colloquio che non avrebbe portato, però, elementi utili i due legali per costruire la difesa. “Non abbiamo potuto fare altro che prendere atto della sua incomunicabilità” ha dichiarato l’avvocato Ferocino, spiegando di non essere “riusciti sostanzialmente a instaurare un dialogo con lui”. “Abbiamo interloquito ma in una maniera non comunicativa – ha proseguito -, non c’è stato modo di avere elementi utili ai fini della ricerca del movente e della verità. La situazione è in una fase di stallo e così credo che sarà fintanto che le sue condizioni di salute saranno queste. Come non è stato in grado di parlare con noi, non lo è neanche con l’autorità giudiziaria, men che meno in un interrogatorio”. Al momento gli avvocati Ferocino e Taddei non hanno una diagnosi. “Non possiamo dire dal punto di vista clinico in che stato versi – ha aggiunto il legale -. Sicuramente da un punto di vista comunicativo relazionale, per quello che è il nostro lavoro di difensori, non ci ha dato quegli elementi che noi cercavamo”. Da qui, dunque, l’auspicio che dai cellulari e dal tablet possano arrivare – come detto – elementi utili a definire il quadro in cui è maturato il delitto. Nei prossimi giorni il 17enne potrebbe incontrare la madre per la prima volta da quel sabato pomeriggio in cui gli eventi sono precipitati, mentre resta ancora da definire, la data dell’interrogatorio di garanzia, dopo il rinvio degli scorsi giorni. E tutto ruota intorno allo stato di salute del 17enne. Se la situazione dovesse protrarsi a lungo non è escluso che possa arrivare un’istanza di accertamento in ordine alle sue capacità psichiche.

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