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Agrivoltaico a Bevagna, la Regione boccia il progetto

La Commissione tecnica regionale evidenzia problematiche fondamentali per quanto riguarda l'iniziativa che andrebbe a coprire trenta ettari di terreno. Per l’assessore all’ambiente De Luca “L'Umbria riconosce la transizione ecologica come obiettivo prioritario, ma va governata”

Pubblicato il 15 Gennaio 2025 19:36 - Modificato il 16 Gennaio 2025 12:28

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“Incompatibilità ambientale e paesaggistica”, questa è la motivazione che si legge nella nota dell’assessore all’ambiente Thomas de Luca, che rende pubblico il parere della Commissione tecnica regionale della Regione Umbria, che palesato il proprio “no” riguardo alla costruzione di trenta ettari di agrovoltaico nel territorio comunale di Bevagna.

A novembre 2024, venuti a conoscenza del progetto del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, i cittadini di Bevagna si sono mobilitati per cercare di sventare la realizzazione di un’iniziativa che, secondo quanto si legge nell’osservazione che il Comune ha presentato al Ministero, potrebbe “deturpare l’ambiente, rovinare il paesaggio e mangiare il terreno agricolo dell’area”.

Nel dettaglio, il progetto prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici nell’area di Cantalupo, di potenza pari a 27.061,32 kWp e di 21.000,000 kW.

La Commissione tecnica regionale per le valutazioni ambientali (CTR-VA), dopo aver valutato il progetto, ha espresso un parere non favorevole alla realizzazione dell’impianto, evidenziando anche la mancanza di dettagli fondamentali, come la connessione alla rete elettrica e l’impatto dovuto sui beni e valori paesaggistici e ambientali.

L’enorme impatto paesaggistico sulla località interessata è la principale motivazione che ha spinto nella direzione del parere negativo, in quanto la sua entità risulta incompatibile con un’area di particolare interesse agricolo, in cui viene prodotto il Sagrantino DOCG di Montefalco e l’olio DOP extravergine di oliva dei Colli Martani.

Secondo la Commissione, infatti, l’installazione dell’impianto porterebbe ad “una artificializzazione del territorio, la compromissione del paesaggio agricolo e rurale, e l’alterazione delle componenti e relazioni funzionali, storiche, visive, culturali, simboliche ed ecologiche che caratterizzano il paesaggio”.

L’area è, infatti, soggetta a vincoli paesaggistici ai sensi del Decreto Legislativo 42/04,che ha disposto l’articolo 136 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, i quali limitano le trasformazioni edilizie e ambientali per tutelare le caratteristiche peculiari del luogo.

Nel progetto non sarebbe neanche chiaramente definita la posizione della stazione elettrica, il tracciato e la tipologia dell’elettrodo, oltre alle opere necessarie alla connessione dell’impianto alla rete di trasporto nazionale.

A questo quadro si aggiungerebbero anche gli inescludibili rischi idraulici e idrogeologici, dati dalla presenza dei fiumi Topino e Clitunno, insieme al lago dell’Aiso, e quelli relativi alla compromissione dei siti di interesse archeologico presenti nell’area.

“La Regione Umbria riconosce la transizione ecologica come obiettivo prioritario – ha aggiunto l’assessore De Luca -. Tuttavia la transizione ecologica deve essere governata come qualsiasi altro fenomeno”.

Allo stato attuale, dunque, mancherebbero le condizioni per l’implementazione di un tale impianto nel territorio del Comune di Bevagna, dove un’eventuale costruzione di questo tipo causerebbe vari problemi a chi popola l’area, dagli aspetti puramente “fisici” a quelli sociali, economici e culturali.

“La giunta e gli uffici tecnici – ha concluso De Luca – continueranno a lavorare per promuovere uno sviluppo sostenibile, in cui la transizione energetica sia compatibile con la tutela del patrimonio naturale e culturale dell’Umbria”.

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