“Chi ama non uccide”. “Non è amore se fa paura”. “L’amore non ha lividi”. “L’amore non è violenza”. “D’amore si vive, non si muore”. E ancora “Non vogliamo fiori dopo, vogliamo rispetto adesso” ed “Educate i vostri figli”. Sono solo alcune delle frasi con cui gli studenti del liceo “Frezzi-Beata Angela” di Foligno hanno tappezzato i tantissimi cartelloni alzati al cielo durante la manifestazione contro la violenza di genere organizzata nella mattinata di venerdì 2 maggio. A sfilare per le principali vie e piazze del centro storico – da piazza San Domenico a via Mazzini, da piazza della Repubblica a via Gramsci – un migliaio di giovani, studenti e studentesse delle 46 classi dell’istituto secondario di secondo grado diretto da Maria Marinangeli.
Ragazzi e ragazze che hanno voluto urlare il loro no alla violenza di genere, anche nel nome di quelle giovani donne che non ci sono più. E così a risuonare più volte nella mattinata sono stati i nomi di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano, di Sara Campanella e Ilaria Sula. Nomi che sono oggi anche e soprattutto simbolo di una società che vuole combattere con tutte le sue forze la barbarie della violenza di genere, che sempre più spesso si consuma tra le mura domestiche, che sempre più spesso viene perpetrata da uomini che dovrebbero amare quelle donne e che invece le privano della libertà se non addirittura della vita.
Ad accoglierli in piazza San Domenico, lì dove il lungo corteo si è fermato per lasciare spazio alle parole, gli studenti folignati hanno trovato l’assessore alle Politiche di genere, Elisabetta Ugolinelli, che ha sottolineato l’importanza del tema e come questo sia molto sentito dall’amministrazione comunale. Poi, a prendere la parola sono stati gli studenti che venerdì mattina in piazza non hanno voluto essere solo spettatori, ma veri e propri protagonisti. Come Michelle, che rimarcato la necessità di educare i figli fin da piccoli nel nome della libertà. Un’educazione, ha sottolineato, che oggi manca, generando un abbondanza di maschi ed una scarsità di uomini. O altre sue compagne che hanno spiegato come non bastino le leggi, ma serva “un cambio di mentalità”; come la violenza di genere non possa e non debba essere ascritta ad un mero fatto di cronaca ma sia una “ferita della nostra società”. O come Michele, che ha esortato i suoi compagni. “Tocca a noi” ha dichiarato, per poi auspicare “un mondo in cui una ragazza può sentirsi libera di vestirsi come le pare, dove non si possiede l’altro ma gli si concede la libertà di essere ciò che è, dove si accetta che l’altro cambi”. “Ma purtroppo – ha concluso – non è questo il nostro mondo”.
Ad intervenire anche Simona Branchinelli e Federica Mastrovalerio del Centro antiviolenza “Mia” di Foligno. “Non era scontata questa manifestazione in una data lontana da quelle canoniche – ha dichiarato Simona Branchinelli -: si vede che è un argomento che vi sta a cuore, che avete sentito la necessità di tirarlo fuori e parlarne”. “La violenza di genere la subiamo noi donne ma la agiscono gli uomini, per cui è una responsabilità condivisa” ha quindi concluso ricordando i 24 femminicidio da inizio anno, di cui solo tre in Umbria.
Soddisfatti i rappresentanti di istituto degli studenti del “Frezzi-Beata Angela”, che hanno organizzato e coordinato l’evento. “Sono stati bravissimi tutti quanti” hanno dichiarato due di loro, Anita e Lorenzo, riferendosi ai compagni e sottolineando al contempo la collaborazione del personale docente, della dirigente scolastica, dell’amministrazione comunale e delle forze dell’ordine che hanno consentito lo svolgimento in serenità della manifestazione. “I professori ci hanno dato piena fiducia e siamo molto contenti”. Guardando, invece, a cosa questa iniziativa abbia lasciato ai loro compagni, per Anita l’auspicio è di aver “stimolato, soprattutto i ragazzi, a riflettere sul tema della violenza di genere, l’importanza per una ragazza di sentirsi al sicuro, anche magari semplicemente uscendo la sera a Foligno, e di aiutarla se la vedono in difficoltà”. “Abbiamo cercato di gettare un seme per poi farlo germogliare – gli ha fatto eco Lorenzo -. Speriamo che questo evento tocchi le coscienze e le consapevolezze di tutti quanti, uomini e donne, e anche i docenti, perché comunque sia anche loro hanno bisogno di comprendere i mali del presente per eradicarli con le generazioni future”.