Lo hanno sentito urlare e quando hanno visto le mani insanguinate hanno pensato al peggio. Così, hanno allertato le forze dell’ordine. È quanto accaduto una decina di giorni fa, a Foligno, quando alcuni cittadini hanno chiesto l’intervento della polizia nella zona dei Canapè, preoccupati per quello che potesse essere successo nell’abitazione che l’uomo, un 53enne già noto per maltrattamenti in famiglia e di guida in stato di ebbrezza, condivideva con gli anziani genitori.
A rispondere alla chiamata dei residenti gli agenti del locale commissariato, agli ordini del vice questore Adriano Felici, che, una volta arrivati sul posto, si sono trovati davanti il 53enne in preda ai fumi dell’alcol e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Nelle mani, come detto insanguinate, inoltre, teneva un coltello da cucina minacciando atti autolesivi e l’incolumità del personale intervenuto. Fino ad arrivare al punto di scagliarlo contro un sanitario del 118, che nel frattempo era giunto sul posto: per il giovane, colpito alla schiena dall’arma, fortunatamente solo qualche lieve escoriazione.
Nonostante la resistenza opposta dall’uomo, gli agenti sono comunque riusciti ad entrare all’interno dell’abitazione, trovandola completamente a soqquadro. Nessuna traccia, invece, degli anziani genitori. Dai successivi accertamenti condotti dai poliziotti è emerso come il padre del 53enne fosse in buone condizioni; la madre, invece, una paio di ore prima era stata ferita ad una mano dopo essere stata minacciata con un coltello affinché gli consegnasse del denaro.
La donna si era quindi allontanata da casa per recarsi in ospedale, dove le erano state riconosciute lesioni, anche in questo caso, fortunatamente guaribili in pochi giorni. Quando la volante della polizia è intervenuta nell’abitazione familiare, la donna era già in ospedale. Ed è proprio in quella circostanza che la madre, stanca di una situazione che – secondo quanto emerso – si protraeva da diversi mesi, ha deciso di denunciare il figlio per maltrattamenti ma anche per le lesioni e le minacce riconducibili a quell’ultimo episodio. A carico del folignate anche quella per resistenza a pubblico ufficiale.
Continue, dunque, sono risultate nel corso del tempo le richieste di denaro del 53enne, con problemi di dipendenze, ai genitori. Richieste che, se non soddisfatte, si traducevano in minacce di morte e, in alcuni casi, anche in aggressioni fisiche. Denuncia che ha dato il là alla polizia, sotto il coordinamento della procura di Spoleto, di eseguire tutta una serie di accertamenti che hanno confermato quanto dichiarato dalla donna. A dare un ulteriore riscontro di questa terribile storia di maltrattamenti anche un secondo episodio, avvenuto a qualche giorno di distanza dal precedente. Quando, cioè, il 53enne aveva raggiunto il padre nell’attività commerciale che gestiva, minacciandolo per farsi consegnare del denaro. Episodio che ha impresso un’ulteriore accelerazione nella chiusura della vicenda.
Raccolti tutti gli elementi, dunque, la Procura di Spoleto ha chiesto, in virtù della pericolosità del 53enne, l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere. Richiesta che ha trovato l’accoglimento del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Spoleto. Nella mattinata di mercoledì 6 agosto, quindi, gli agenti di via Garibaldi hanno rintracciato il folignate per poi condurlo nel carcere di Spoleto.