Quello che sarebbe dovuto essere un normale ritorno dalle vacanze si è rivelato un incubo per una coppia di folignati. Marito e moglie, ultresettantenni, avevano deciso di trascorrere le vacanze a Lampedusa: tutto bene, fino a quando non si è trattato di fare ritorno a casa. Dopo un viaggio di andata e una permanenza sull’isola senza problemi, i coniugi hanno dovuto fare i conti con un rientro abbastanza traumatico.
L’aereo che da Lampedusa li avrebbe dovuti riportare direttamente allo scalo perugino del “San Francesco d’Assisi”, infatti, è partito in ritardo. Un ritardo che ha fatto slittare l’atterraggio ben oltre la mezzanotte, quando di fatto l’aeroporto era già chiuso. Da quel momento, l’inizio del calvario, oggi raccontato dall’agenzia viaggi Auckland di Foligno, a cui la coppia si era rivolta per organizzare la vacanza e che, raccolta la testimonianza dei clienti, ha subito fatto partire una lettera indirizzata al tour operator per chiedere un rimborso.
Impossibilitato ad atterrare a Perugia, visto lo scalo già chiuso, l’aereo ha fatto rotta verso l’aeroporto di Fiumicino, sembrerebbe – secondo la testimonianza dei due coniugi – senza fornire nessuna informazione sul campo di destinazione se non a ridosso dell’arrivo nello scalo romano. “I clienti erano prenotati per rientrare sabato sera 30 agosto con il volo da Lampedusa a Perugia delle 19:50 – scrive l’agenzia Auckland nella lettera di rimborso -. In aeroporto il volo è partito con un notevole ritardo, ore 23:10 circa, senza che fosse stato dato ai passeggeri nessun tipo di comunicazione a riguardo. Una volta in volo, quasi all’arrivo, veniva comunicato dai piloti che il volo non sarebbe atterrato a Perugia ma a Roma Fiumicino dove sono atterrati alle 1:30 circa”.
Una volta giunti a terra, però, i passeggeri sarebbero rimasti abbandonati a se stessi senza “nessun tipo di assistenza e comunicazione da parte della compagnia aerea” proseguono dall’agenzia folignate. Ad accoglierli, secondo quanto viene oggi riferito, solo una addetto allo scalo che poi sarebbe “sparito”. “I miei clienti – prosegue il racconto – sono rimasti soli senza sapere se ci fosse un pullman per riportarli a Perugia o un hotel dove potessero alloggiare per la notte e poi rientrare a Perugia la mattina successiva. Vista la situazione e senza nessun tipo di informazione hanno deciso in autonomia e a proprio spese di rientrare a Perugia con un taxi (arrivati alle 5:00 del mattino)”.
Ad esprimere sgomento e incredulità per la disavventura vissuta, anche i diretti protagonisti. “C’era chi aveva l’auto parcheggiata all’aeroporto di Perugia – racconta infatti la coppia – chi, come noi, aveva i familiari venuti a prenderci per riportarci a casa. Tra l’altro hanno trovato l’aeroporto perugino chiuso e nessuna comunicazione che avvertisse della cancellazione del volo. Non solo. L’aereo sul quale siamo saliti lasciava alquanto a desiderare: ci hanno detto di sederci in un certo modo per bilanciare il peso ed aveva un corridoio così piccolo che si faceva fatica a passare. Appena scesi all’aeroporto a Fiumicino ci hanno lasciato soli, così senza nessuna spiegazione: gli altri passeggeri sono corsi via non sappiamo per dove e noi, che abbiamo anche problemi di deambulazione, non siamo riusciti ad avere informazioni. Abbiamo dovuto attendere, e c’era una fila immensa, di poter prendere un taxi”.
Finalmente tornati a casa, la decisione di rivolgersi all’agenzia per raccontare quanto accaduto e che, come detto, si è subito mossa, chiedendo per i suoi clienti non solo il rimborso del pagamento del taxi, ma anche quello per il disagio subito dalla coppia.