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Week Hand, 4mila le presenze per la seconda edizione: le storie degli artigiani

Pubblicato il 26 Settembre 2016 16:51 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:12

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Si è conclusa con una calda giornata di sole la seconda edizione di Week Hand, il festival folignate del fatto a mano. Ad animarla 50 espositori creativi provenienti da tutta Italia, capitanati dall’organizzatrice dell’evento, Francesca Tasselli. “L’idea nasce da una mia passione per il mondo della creatività e dell’hand made – afferma – volevo creare qualcosa dedicato anche ad un approccio naturale. Ho iniziato quindi a fare delle ricerche su eventi che in Nord Italia sono ormai comunissimi – continua – e mi sono accorta che qua in zona non c’era nulla di questo genere, quindi ho pensato di fare qualcosa che potesse diventare un punto di riferimento prima per il Centro Italia, poi l’ambizione è che lo diventi per tutta l’Italia”. La certezza comunque, sia da parte dell’organizzatrice che degli espositori, è che la gente quest’anno era senza dubbio più consapevole dell’evento, che in totale ha fatto registrare 4mila presenze. “La città ha percepito il festival diversamente: lo conoscevano, erano stai bene l’anno scorso e quest’anno c’è stata tanta gente in più” afferma Francesca Tasselli. “Le persone che vengono – dice la milanese Clara Battello di Petit Pois Rose – conoscono il mondo dell’hand made, sono preparati. In tanti sono venuti da Roma o da Assisi per esempio – continua -. Si sono spostati appositamente per venire qua. Molti sono venuti perché, seguendo il loro ‘creatore’ sui social, hanno saputo che sarebbe stato qua”. Il bello di Week Hand però è anche conoscere le storie degli artigiani, come quella di Marianna Andolfi, proprietaria di “I sew so I don’t kill people” e unica folignate tra i 50 espositori: “In un momento di ‘burn out’ lavorativo, per evitare di ‘mettere le mani al collo’ di qualche cliente del mio ex lavoro, ho deciso di trasformare il mio stress in creatività e comprare così la mia prima macchina da cucire, convinta di venderla il giorno dopo e invece, anche grazie a Week Hand, sono ancora qua!”. Marianna non è l’unica che ha deciso di voltare pagina e cambiare lavoro, perché anche Clara Battello tre anni fa è passata dal lavorare in una casa editrice a riprendere a fare ciò per cui lei è nata: l’illustratrice. “Sentivo il bisogno di uscire un po’ dalla monotonia e di fare qualcosa che sia identificativo, così è nato tutto – ha raccontato ai microfoni di Rgunotizie.it – ho visto che le illustrazioni che facevo stampare sui pezzi di stationery piacevano e da lì è nata la voglia di rifare, rivedere la mia immagine, ricominciare e rivoluzionare”. A differenza della scorsa edizione poi, quest’anno “tra gli artigiani c’è più assortimento – sostiene Alessia Bianco di Abiuno – che provengono da tutta Italia”. Tanti creatori provenienti da fuori regione quindi, ma anche tanti umbri come la Bianco, che è di Terni e crea borse con un materiale chiamato waxed canvas: è tela cerata e la crea lei stessa, fondendo la cera sul tessuto, rendendolo così totalmente impermeabile. Più che soddisfatta di questa seconda edizione Francesca Tasselli, anche se l’organizzatrice aspetta di conoscere il parere di tutti gli espositori. Per lei infatti, sono loro il metro di giudizio. “Li vedo molto contenti, molto soddisfatti – ha spiegato Francesca Tasselli – per loro che fanno un lavoro così meticoloso, per il quale impiegano molte ore, un mercato che li valorizzi in questo modo, che valorizza il lavoro artigianale, è una grande soddisfazione ed io sono molto contenta”. Tutte le artigiane sono certe del fatto che rifarebbero domanda per partecipare l’anno prossimo, Marianna Andolfi in particolare afferma che “sapendo il lavoro che c’è dietro, probabilmente chiederei a Francesca di stare dietro le quinte. Mi piacerebbe essere dalla parte della selezione, poter vedere e ricercare i vari artigiani, vedere che fanno e poterli selezionare, scoprirli. Perché – continua – dopo due edizioni penso che comunque il mio brand sia abbastanza conosciuto e quindi mi piacerebbe mettermi dall’altra parte, aiutare gli altri ad emergere”. Si pensa già alla terza edizione? Certamente, e il desiderio dell’organizzatrice è quello di aprire il festival all’internazionalità degli espositori, dal momento che partnership importanti già ci sono, dalla Henkel, alla Selfpackaging passando per Pastiglie Leone. Week Hand quindi non va a riposo, ma continua a lavorare per poter presentare una terza edizione più spumeggiante e poliglotta che mai.

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