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Vertenza Consultmarketing, la rabbia delle lavoratrici di Foligno

Pubblicato il 8 Marzo 2017 16:05 - Modificato il 5 Settembre 2023 17:55

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Inferno, paradiso (o quasi) e di nuovo inferno. Nel girone dantesco dei lavoratori a rischio ci sono anche gli umbri dipendenti di Consultmarketing, società salita in questi giorni alla ribalta delle cronache nazionali per una spiacevole vicenda che riguarda, appunto, il futuro di 350 persone. A Foligno sono in 3 a lavorare per la società che ha come unico committente la Nielsen e proprio sotto la sede del colosso che opera nel settore delle ricerche di mercato si sono ritrovati i lavoratori per una manifestazione di protesta. Duro e secco il loro “no” alle recenti scelte aziendali, il tutto in attesa dell’esito dell’incontro al Mise del 9 marzo. Ma facciamo un passo indietro. Di cosa stiamo parlando? Dell’operazione che sta mettendo in atto Consultmarketing, società che avrebbe avanzato una richiesta di dimissioni da parte di 350 suoi dipendenti a tempo indeterminato che verrebbero poi “riassunti” (ma il termine è assolutamente fuorviante) con contratti di collaborazione. Rapporti di lavoro subordinato mascherati? Il pensiero cade subito lì. Il motivo di questo tackle in scivolata? A quanto pare la Nielsen avrebbe ridotto le commesse e, a cascata, Consultmarketing ha deciso di fare la cosa più semplice da fare: ridurre il costo del lavoro. La vertenza è di quelle che scottano e noi abbiamo raccolto la testimonianza di una delle tre dipendenti di Foligno di Consultmarketing per farci raccontare in prima persona paure e rabbia. La nostra storia – ci spiega la ragazza che preferisce rimanere anonima – comincia nel 2009 quando Nielsen sceglie di operare sul territorio nazionale con un solo soggetto per i rilevamenti e la scelta ricade proprio su Consultmarketing che per portare avanti il lavoro assume il personale delle altre agenzie che prima lavoravano con Nielsen. Tra cui anche io e le mie colleghe. Per noi fu una notizia positiva perché finalmente avevamo la possibilità di uscire dall’inferno del lavoro a partita Iva venendo inserite nell’organico”.

E poi cosa è successo?

Le cose sono andate bene fino alla riforma Fornero. A quel punto l’azienda si è vista costretta a stabilizzarci e ha deciso di farlo con un contratto pieno di deroghe e con livelli di inserimento bassissimi. Da questo momento in poi il malcontento è aumentato in maniera direttamente proporzionale alle tutele contrattuali”.

Di nuovo sulla graticola quindi…

Cominciano le prime proteste e anche grazie ai social riusciamo a formare un fronte comune dei lavoratori. Abbiamo organizzato scioperi e portato avanti battaglie fino ad un accordo nel 2015. Poi lo scorso anno la doccia fredda: o licenziamento o contratto di collaborazione. Un colpo durissimo dovuto anche alle scelte di Nielsen”.

Chi sono i lavoratori di Consultmarketing in Umbria?

Noi umbre abbiamo tra i 28 e 54 anni e le nostre storie sono quelle degli altri colleghi: persone con famiglia, voglia di indipendenza, progetti. Ma ora tutto rischia di andare in fumo”.

La Nielsen, con un comunicato, pare essersene lavata le mani.

Loro sono i committenti, da loro dipende tutto. Anche la mole del lavoro. Non possono fare finta che la cosa non li riguardi. Noi continueremo a combattere fino alla fine. Non vogliamo subire questo sopruso dovuto all’incapacità dell’azienda di gestire questo passaggio se non ricorrendo a forme di lavoro precario che ledono la nostra dignità professionale. E’ inaccettabile che una persona di oltre 50 anni o vicina alla pensione venga obbligata a scegliere la via del co.co.co. per continuare a lavorare”.

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