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Spoleto, associazioni e politici protestano in stazione: “Abbiamo il diritto alla mobilità”

Pubblicato il 26 Marzo 2017 09:24 - Modificato il 5 Settembre 2023 17:46

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Le associazioni hanno risposto presente. E anche la politica spoletina, tutta. Così come quella regionale con due dei suoi rappresentanti delle opposte fazioni politiche. Mancava la città, quella della gente comune, in numero davvero esiguo in occasione della manifestazione che sabato 25 marzo il Comitato dei Viaggiatori e Cittadinanzattiva hanno fortemente voluto così da tenere alta l’attenzione su un problema annoso per i pendolari e gli studenti spoletini: la soppressione della fermata del Frecciabianca e di quelle esigue dei regionali che comunque potrebbero essere funzionali per quegli spoletini, e non solo, che vanno al lavoro verso Roma o quei ragazzi che si recano all’ateneo di Perugia. E se la partecipazione fosse stata così come auspicato dagli organizzatori, magari quelle 200 “voci” che non sono volute mancare a un appuntamento tanto importante, alcune della quali hanno amplificato la loro protesta con cartelli alquanto esplicativi, sarebbero potute diventare ancora più forti con una maggiore partecipazione da parte della città. Ma nonostante questa non insignificante carenza, un piccolo ma importante risultato è stato raggiunto. I due rappresentanti del consiglio regionale presenti, uno di maggioranza, Attilio Solinas, e uno di opposizione, Claudio Ricci, si sono presi l’impegno di farsi portavoce presso l’assessore regionale Chianella per un ulteriore incontro con il Comitato dei Viaggiatori e la politica locale per riuscire a trovare una soluzione in grado di alleviare i tanti disagi in cui si imbattono ogni giorno i pendolari di Spoleto. Incontro che, per la verità, sarebbe il secondo nel giro di poche settimane. E tra i tanti interventi della mattinata, c’è stato quello di uno degli studenti che si reca alla stazione di Spoleto per salire sul treno. “Ogni mattina ci ritroviamo in tanti alla stazione per  andare all’università – sono state le parole di Riccardo Colangeli, universitario – ma spesso non riusciamo ad arrivare in orario alle lezioni perché il nostro treno non riesce ad arrivare in orario per la coincidenza a Foligno. Che dobbiamo fare, prendere casa a Perugia? Noi non vorremmo andare via dalla nostra città”. Oltre a tutto ciò, si aggiunge anche il fatto che entrare alla stazione di Spoleto si respira la più totale desolazione. E a evidenziare anche questo aspetto è stata Bianca Maria Morichelli del Comitato dei Viaggiatori, al quale ha sottolineato l’importanza che riveste per molte persone che lì arrivano anche alle 5 di mattina “la riapertura del bar, anche se pare riaprirà a breve – ha detto – e un parcheggio”. Per non parlare poi dell’area dove sono i binari, non accessibili per i disabili, e quel raddoppio Spoleto-Campello, 8 chilometri in corso d’opera ormai da 15 anni, che stanno ingessando sia la viabilità ferroviaria che quella su gomma nell’area compresa tra i due Comuni. Un’opera che si è fermata ancora una volta per l’ennesimo fallimento della ditta che la stava eseguendo (anche se pare ripartiranno a breve) e per la quale il sindaco di Spoleto, Fabrizio Cardarelli, ha ipotizzato anche di “sporgere denuncia per danni” all’ente ferroviario di competenza. E poi, come ha sottolineato il primo cittadino riferendosi alle fermate dei treni a Spoleto “tutto dipende anche se la Regione ci vuole dare una mano a risolvere la questione”. Tra gli altri presenti all’iniziativa c’erano la sindaco di Vallo di Nera, Agnese Benedetti, gli assessori del Comune di Spoleto, Vincenza Campagnani, Angelo Loretoni e Gianmarco Profili, accompagnati da diversi consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, il presidente di ConSpoleto, Tommaso Barbanera, una tra le più alte cariche di Cittadinanzattiva Umbria, ma spoletina di nascita, Anna Rita Cosso, e il senatore Stefano Lucidi, il quale ha assicurato che si farà portavoce per una mozione al Senato sul tema in questione.

I cartelli di protesta alla stazione di Spoleto

 

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