Un impegno collettivo concreto e fattivo da parte dell’Auri e del Consorzio della Bonificazione Umbra sugli investimenti da fare sulla rete idrica e fluviale, favorendo il risparmio idrico e tutelando gli ecosistemi acquatici. Ed ancora interventi sulla dispersione e sul miglioramento della depurazione. Sono le richieste avanzate dal presidente di Legambiente Umbria, Maurizio Zara, al termine del convegno “Acqua come risorsa per il territorio” che si è tenuto nella mattinata di sabato nella sala Rossa di palazzo Trinci, a Foligno.
A promuoverlo il circolo cittadino di Legambiente, guidato da Marco Novelli, riuscito a mettere attorno allo stesso tavolo rappresentanti dell’Università, della Regione Umbria, del Consorzio di Bonifica, dell’Auri e dell’Arpa. Grande assente, invece, la Valle Umbra Servizi, “che – spiegano da Legambiente – ha ritenuto di declinare l’invito a partecipare ad un consesso in cui era contemporaneamente presente controllato e controllore, non comprendendo, probabilmente – sottolineano -, che i processi partecipativi nascono proprio dal confronto di posizioni e visioni opposte”.
Ad aprire l’incontro folignate il presidente Marco Novelli, che ha subito posto l’accento sui numerosi problemi rilevati, a cominciare dalla questione inquinamento riscontrata in alcuni fiumi per poi passare all’annoso problema del flusso vitale del Topino e fino ad arrivare alla delicata questione della diga di Acciano e alle problematiche connesse alla depurazione. Moderati da Daniela Riganelli, hanno quindi preso la parola i vari rappresentanti delle istituzioni intervenute.
Attenzione, dunque, all’importanza degli ecosistemi acquatici e della biodiversità con Massimo Lorenzoni, ricercatore del dipartimento di Chimica Biologia e Biotecnologie dell’Università di Perugia. Ma anche alle concessioni delle acque minerali con un intervento di Raffaele Di Dio della Regione Umbria, che ha elogiato l’attenzione per l’ambiente e l’utilità per l’Umbria delle aziende che prelevano e vendono le acque minerali. “Intervento che – commentano da Legambiente – ha scatenato anche molte perplessità, avendo tralasciato di dire che i canoni di prelievo sono molto bassi nella nostra regione e che l’enorme quantità di plastica usa e getta generata dal consumo di acque minerali (di cui l’Umbria ha il più elevato consumo pro capite in Italia) non si giustifica né dal punto di vista ambientale né da quello sanitario”.
Sulle azioni messe in campo quotidianamente sono intervenuti Alessandra Cingolani per l’Arpa e Paolo Montioni per il Consorzio. Infine l’Auri con il presidente Antonino Ruggiano che, prendendo la parola, ha evidenziato le numerose criticità della rete idrica a partire dalle dispersioni con aumenti oltre gli 8 milioni di metri cubi di acqua, su circa 5 milioni che poi arrivano effettivamente nelle case, captati dalle sorgenti e dai pozzi presenti in regione, ma di cui è particolarmente ricca la Valle Umbra e in particolare il comune di Foligno.