Per fronteggiare la carenza di medici di medicina generale, la Regione Umbria ha deciso di puntare, laddove necessario, sul mantenimento dell’incarico convenzionale per quei professionisti che hanno superato i 70 anni di età e che, su base volontaria, daranno la loro disponibilità a proseguire. È questo l’obiettivo dell’accordo tra la Direzione salute e welfare e le organizzazioni sindacali di categoria che la giunta Tesei ha approvato su proposta dell’assessore regionale alla Salute.
Una proposta che prende le parti, così come sottolineato da Luca Coletto, dalla carenza in alcune zone dell’Umbria, in particolare quelle montane, di medici di medicina generale, “che diventa ancora più grave – ha sottolineato l’assessore – a fronte dei molti pensionamenti per raggiunti limiti di età”. Pensionamenti ai quali si aggiunge, come spiegato da Luca Coletto, la “mancanza di domande di medici disponibili ad accettare l’incarico, anche dopo la pubblicazione degli avvisi sul bollettino ufficiale della Regione”. Come testimonia il caso dell’Usl Umbria 2, dove dei 57 posti vacanti di medicina generale assistenza primaria – fanno sapere dalla Regione – solo in otto hanno acquisito la titolarità del rapporto convenzionale.
“Proprio per assicurare l’assistenza sanitaria in modo uniforme ai cittadini, visto che allo stato attuale la problematica in alcuni contesti territoriali risulta essere estremamente grave – ha quindi dichiarato l’assessore Coletto – con le organizzazioni sindacali di categoria (FIMMG, SMI, SNAMI, Cisl Medici) è stato stabilito di adottare delle misure straordinarie ed eccezionali come quella di mantenere, su base volontaria, l’incarico convenzionale ai medici anche oltre il 70esimo anno di età”. Incarico che potrà decadere o per rinuncia dello stesso medico o nel momento in cui verrà individuato il nuovo titolare.