Sono rientrati lunedì mattina i 56 italiani che si trovavano a Wuhan, cittĂ della Cina da cui si è diffuso il coronavirus. Tra loro anche la famiglia di Foligno che, secondo quanto si apprende, sta bene, così come tutti gli altri passeggeri. L’intero gruppo si trova ora nella cittadella militare della Cecchignola, dove trascorrerĂ 14 giorni in isolamento, “tempo massimo – spiegano dal Ministero della salute – di incubazione del virus”. Con il gruppo di italiani tornati dalla Cina doveva esserci anche un altro passeggero, che però al momento della partenza aveva la febbre e quindi, come previsto dal protocollo, non è stato fatto partire.
Il Boeing KC-767A del 14° Stormo dell’Aeronautica Militare era partito alla volta di Wuhan, alle 6 di domenica dall’aeroporto di Pratica di Mare, dove ha fatto ritorno appunto lunedì mattina. A bordo, oltre ai 56 italiani prelevati nella cittadina cinese, anche il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, medici e militari, oltre al personale dell’equipaggio. A comporre il team sanitario che ha monitorato la situazione dei passeggeri due medici del Ministero della salute, un medico ed un infermiere dell’Aeronautica militare ed un medico e un infermiere dell’Esercito Italiano.
Una volta atterrato il gruppo ha trovato una zona allestita per l’accoglienza con apposite strutture campali, attrezzature per il monitoraggio e per l’effettuazione delle prime visite mediche. Ed ancora un percorso di decontaminazione per il personale entrato in contatto con gli italiani rimpatriati, tutte capacitĂ peculiari del Servizio sanitario infermeria principale e del 3° Stormo dell’Aeronautica Militare.
A seguire, come detto, il trasferimento alla Cecchignola, dove i 56 connazionali trascorreranno i prossimi 14 giorni. A disposizione due palazzine del Centro olimpico sportivo dell’esercito per un totale di 70 stanze dotate di ogni comfort: dal bagno in camera alla tv e al wi-fi. Per quanto riguarda i pasti, invece, saranno serviti in mono porzioni in contenitori usa e getta. Così come monouso saranno posate e piatti. Al termine di ogni pasto verrà tutto gettato in sacchi che verranno poi chiusi ermeticamente e trattati come rifiuti speciali.
Come comunicato dal capo dell’Unità di crisi della Farnesina, Stefano Verrecchia, i 56 italiani “stanno bene per ora”. Nel caso in cui si dovesse manifestare qualche sintomo, la persona interessata verrà trasferita all’ospedale Spallanzani. Per le emergenze, comunque, è stata predisposta una camera di isolamento temporanea all’interno della Cecchignola. Degli italiani che avevano fatto richiesta di ritorno, solo un connazionale è stato trattenuto a Wuhan perché aveva la febbre. Nessuna richiesta di rimpatrio, invece, per un’altra quindicina di persone. Gli italiani a Wuhan, infatti, erano nel complesso una settantina.