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C’era una volta la fotografia in Umbria

Pubblicato il 3 Novembre 2019 14:53 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:25

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C’era una volta la fotografia in Umbria. C’era una volta una regione che non aveva remore nel chiamare uno dei più grandi fotografi al mondo, Steve McCurry, per realizzare una delle campagne fotografiche (che può piacere o non piacere) più importanti del suo recente passato. C’era una volta una città (Perugia) che poteva ospitare mostre dedicate alla fotografia terapeutica e un festival riconosciuto in tutto Europa come il Perugia Social Photo Fest. C’era una volta la città di Foligno che nel periodo settembrino si colorava di tante immagini nei propri palazzi storici, di reportage da tutto il mondo e fotografi che potevano confrontarsi nei tavoli di palazzo Candiotti e palazzo Trinci con Umbria World Fest. C’era una volta sì, perché ora per una serie di motivi il Cuore verde d’Italia è rimasto senza punti di riferimento per quanto riguarda una delle arti più apprezzate e più immediate del nostro millennio: la fotografia. Se tralasciamo Narni Immaginaria, giunta al suo quinto anno, l’Umbria si è ritrovata nel giro di pochissimi mesi senza festival di rilievo, seppur i numeri parlino ovviamente a favore dei grandi esclusi. 

Dal 2012 il Perugia Social Photo Fest ha promosso la fotografia in Umbria e reso Perugia un luogo di incontri e scambi tra professionisti del settore provenienti da tutto il mondo, rendendo la fototerapia e la fotografia terapeutica un concetto non più astratto, ma un linguaggio comune e riconosciuto. Centoventidue mostre fotografiche, più di 22mila presenze, 181 relatori, 586 progetti ricevuti per un totale di 11mila fotografie, 33 workshops, 40 eventi, oltre 50 Paesi coinvolti con più di 650mila condivisioni sui social e 300 testate giornalistiche che hanno parlato di questo particolare e unico festival. 

Umbria World Fest, progetto ideato e realizzato dall’associazione culturale Plàtea fondata nel 2003 a Foligno da Piter Foglietta e Massimo Liberatori per realizzare il progetto CantieDiscanti, uno dei primi e più importanti Festival di musica etnica e popolare in Italia, è stata, dal canto suo, è stata un’esperienza che ha visto partecipare i più importanti artisti nazionali ed internazionali del settore. Figlia del festival musicale CantieDiscanti, Umbria World Fest ha aperto i battenti nel 2013 inaugurando la sua edizione con il Premio Portfolio Umbria PhotoFest. Dal 2015 la direzione artistica è stata affidata a Marco Pinna, photoeditor del National Geographic Italia, e nel 2017 con oltre 400 lavori presentati duranti le varie letture portfolio, il Festival si è consacrato definitivamente anche con un’altissima ricaduta nel territorio folignate. 

“Qualche anno fa, Nadia Shira Coen, inviata del New York Times – racconta Piter Foglietta –  seduti ad un Caffè di piazza della Repubblica, ci disse che vedeva nel connubio  UWF e Foligno una piccola Perpignan e, per chi conosce Visa Pour L’image, sa di cosa stiamo parlando: le sedie su cui eravamo seduti, per un attimo vacillarono anche se eravamo certi che la strada fosse quella giusta. Oggi però si registra una crisi un po’ generale dei vari festival e manifestazioni, soprattutto data da tagli sempre più pesanti agli enti locali. È veramente difficile portare avanti eventi che hanno nel loro Dna solo cultura e divulgazione e magari non propriamente commercio. Eventi di questi tipo senza il sostegno pubblico non riescono a tenersi in piedi ed è un peccato perché fare cultura è fondamentale. È grazie ad eventi come Umbria World Fest, e ad altri festival analoghi, che si possono creare delle coscienze più che radicate, tralasciando poi che senza manifestazioni di questo tipo la ricaduta sui media nazionali della nostra città, da Repubblica al National Geographic stesso, non ci sarebbe. Detto ciò – conclude Piter Foglietta –, abbiamo iniziato un dialogo con la nuova amministrazione comunale per poter donare a Foligno nel 2020 una nuova edizione del Festival”. 

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