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Foligno, il Partito comunista denuncia: “Atto intimidatorio della polizia nei nostri confronti”

Pubblicato il 27 Settembre 2018 15:49 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:38

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“Ogni intimidazione, non fermerà la lotta dei comunisti”. Lo dicono a chiare lettere gli esponenti del Partito comunista di Foligno, denunciando quanto accaduto nel pomeriggio di mercoledì 26 settembre. Quando cioè, secondo quanto riportato in una nota del partito, due agenti di polizia si sono presentati nella sede cittadina, dove i militanti erano intenti a realizzare striscioni per la manifestazione del 12 ottobre, già preavvisata. “Alla responsabile locale del Fronte della gioventù comunista – spiegano dal Partito comunista – è stato chiesto dapprima di fornire il documento e successivamente intimato, senza alcun foglio scritto, di recarsi nei locali del commissariato per fare il riconoscimento di alcuni militanti che mancano tra le persone già schedate nel loro sistema”. Episodio che il partito apostrofa come “atto intimidatorio”. “Chiediamo che il questore e al prefetto forniscano immediate spiegazioni sull’accaduto – dicono -. In particolare ci chiediamo per quale ragione agenti della polizia si siano recati in una sede di partito senza alcun mandato, intimando di presentarsi a fare riconoscimenti, intimazione anch’essa priva di qualsiasi mandato della procura”. Dal Partito comunista folignate anche la richiesta di sapere in base a quale legge “i militanti comunisti siano schedati in quanto tali, prassi evidentemente contraria ai principi stabiliti nella Costituzione”. “Evidentemente – concludono i militanti folignati – queste sono le nuove disposizioni del Ministero dell’Interno, oggi in mano alla destra più reazionaria”.

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