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Foligno, la consulta del biodigestore bacchetta i cittadini: “Troppa plastica nell’organico”

Pubblicato il 11 Agosto 2018 10:35 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:47

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A distanza di due mesi dall’avvio in “esercizio provvisorio” del biodigestore di Foligno, sopralluogo a Casone per la consulta presieduta da Sergio Ciucci ed una delegazione di cittadini. “Una visita – spiega oggi il presidente della consulta – per rendersi conto dello stato delle cose”. “Abbiamo potuto osservare direttamente nella fossa di ingresso che la frazione organica si presenta ricca di plastica e di materiale non conforme – ha sottolineato Ciucci, tirando le somme del sopralluogo -. Questo – ha proseguito – porta spesso ad un temporaneo blocco dell’impianto e ad eccessivi scarti che tornano in discarica”. Fenomeno che, secondo quanto dichiarato dal numero uno della consulta, potrebbe essere evitato grazie ad una migliore e più corretta differenziazione dei rifiuti. Da qui dunque l’invito, da una parte, a tutti i cittadini a rispettare le regole imposte dal sistema di raccolta differenziata, e dall’altra alla Valle Umbra Servizi a dotarsi di adeguate politiche ambientali. Il riferimento è, in particolare, al sistema di raccolta porta a porta anche della frazione organica, che però – lo ricordiamo – dovrebbe presto essere esteso a nuove aree, a cominciare dal popoloso quartiere di Prato Smeraldo, seguito poi da quello di Sportella Marini e viale Ancona. Risolto il nodo legato all’esternalizzazione del servizio con l’appalto in affidamento alla Sogepu – come spiegato nelle scorse settimane dall’ormai uscente presidente Maurizio Salari -, si dovrebbe procedere alla chiusura del cerchio per ciò che riguarda la raccolta domiciliare dell’organico, servendo tutte le zone oggi ancora scoperte. “Vedere cassonetti stradali ricolmi di ogni cosa fuorchè di rifiuti organici – è stato a questo proposito il monito di Sergio Ciucci – non è più tollerabile, soprattutto – ha aggiunto – con un impianto così sofisticato in casa propria. La consulta – ha quindi concluso – non ha potuto valutare il compost in uscita perché ancora in fase di maturazione, nel frattempo però attendiamo le analisi merceologiche del materiale in entrata e quelle sulle sostanze odorigene provenienti dai biofiltri”. L’impianto di Casone – lo ricordiamo – funziona attualmente solo attraverso il trattamento aerobico dei rifiuti per la produzione di compost. A breve, però, dovrebbe completarsi il reparto della fermentazione anaerobica che, una volta a regime, produrrà anche biometano.

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