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Farmacie comunali, D’Ingecco: “Situazione difficile”

Pubblicato il 16 Ottobre 2014 14:21 - Modificato il 6 Settembre 2023 02:05

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Farmacie pubbliche in crisi? Sì. O almeno è questo il quadro delineato nel Comune di Foligno, dove l’Afam, società che gestisce le farmacie comunali, ha chiuso il bilancio 2013 con un debito di 78mila euro, legato principalmente al calo delle vendite. A giocare un ruolo chiave – come sempre più spesso accade – quindi, è ancora una volta la crisi economica, che incide sulle tasche dei cittadini anche quando si tratta di medicine, come spiegato dal presidente Afam di Foligno, Alessandro D’Ingecco. “Il 2013 è stato un anno molto difficile che ha visto un drastico calo delle vendite, già presente comunque nell’esercizio 2012. Nel giro di due anni – ha sottolineato – le cinque farmacie comunali di Foligno hanno perso circa il 10 per cento del fatturato”. Per D’Ingecco nonostante l’Afam agisca da calmieratore per ciò che riguarda le politiche dei prezzi e nonostante ricopra anche una funzione sociale, arrivando a servire zone penalizzate del territorio folignate come le frazioni montane, paga comunque lo scotto di una crisi economica che sembra non voler finire. Una crisi preceduta, però, da anni in cui comunque la municipalizzata è riuscita a crescere. “Negli ultimi dieci anni – ha dichiarato in proposito – c’è stata una forte crescita dell’azienda in termini di fatturato e di presenza sul mercato. Una crescita che ha permesso all’Afam di erogare annualmente un canone di gestione delle sedi farmaceutiche di oltre 200mila euro e di offrire agli utenti tutta una serie di scontistiche che si sono attestate nel solo 2013 su una cifra di pari importo, ossia di altri 200mila euro”. Un mandato, quello di Alessandro D’Ingecco, ormai agli sgoccioli, con l’amministrazione comunale intenta a dibattere sul futuro dell’Afam. Proprio ieri, infatti, si è riunita la prima commissione consiliare. Sul tavolo l’approvazione – poi non avvenuta – di alcune modifiche allo statuto societario, e in particolare la scelta tra la figura dell’amministratore unico o di un consiglio d’amministrazione ridotto a tre membri da porre al vertice della municipalizzata. Un dibattito che, dopo il vertice di ieri, tornerà ora tra i banchi del consiglio comunale.  

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