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Maran, l’azienda si impegna a pagare le spettanze arretrate. Ma il futuro è incerto

Pubblicato il 16 Gennaio 2018 17:29

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Le spettanze arretrare verranno sanate. E questo aspetto della vertenza Maran e stato messo nero su bianco. Ma sul futuro di una azienda ormai al collasso, economicamente parlando, non c’è ancora nulla di concreto. Sì, perché se è vero che pare ci siano diverse manifestazioni di interesse per l’acquisizione della società da parte di imprese che operano nel settore del recupero credito, lo è altrettanto il fatto che di concreto, ancora oggi, non c’è nulla. E se nulla cambierà in tal senso da qui a marzo, l’azienda Maran credit solution è destinata al fallimento. Una ipotesi che in molti vorrebbero scongiurare, ovviamente, lavoratori in primis. Una vendita necessaria, insomma, utile a salvare il salvabile, anche se il cambio di gestione non sarà certamente indolore per i lavoratori. Ma questa, al momento, volenti o nolenti, resta l’unica soluzione, dato che, ormai è acclarato, allo stato attuale delle cose, non ci sono i presupposti per poter sanare le consistenti carenze economiche che sono maturate a causa, si dice, di costi del lavoro non più concorrenziali. E qualche trattativa, così come è stato riferito martedì mattina dai massimi vertici dell’azienda Maran ai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, pare ci sia. Abbassare la guardia, però, non si può. “Le parti si sono impegnate a tavoli di verifica e monitoraggio ogni 15 giorni – scrivono in una nota congiunta Simona Gola, di Fisascat Cisl, Cristina Taborro, di Filcams Cgil, e Paolo Pierantoni, di Uilcom Uil – l’impegno dell’azienda è stato comunque quello del pagamento delle spettanze arretrate”. Un impegno che è stato messo nero su bianco, con tanto di verbalizzazione circa i tempi e le modalità di pagamento. “Inoltre – aggiungono i tre rappresentanti dei lavoratori – l’azienda ha riferito alle organizzazioni sindacali che sta proseguendo la ricerca di un partner industriale e che ci sarebbero diverse manifestazioni di interesse. Da parte nostra – concludono Gola, Taborro e Pierantoni – abbiamo ribadito che qualsiasi partner sarà ben accetto purché sia in grado di garantire gli attuali livelli occupazionali”. 

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