Se è vero che l’Epifania tutte le feste si porta via, altrettanto non si può dire delle polemiche. Almeno a Foligno, dove – mentre sono in corso le operazioni per togliere le luminarie da vie e piazze e con l’albero che svetta ancora alto in largo Carducci -, i costi sostenuti dal Comune per le ultime festività fanno storcere più di qualche naso.
È il caso, ad esempio, del gruppo consiliare del Partito democratico che, a feste concluse, ha fatto alcuni conti. A cominciare dal Capodanno che, dichiarano, “ha avuto dei costi esosi per una città che conosce carenze e povertà di vario genere”. Il riferimento è, com’è ben noto, al concerto di piazza San Domenico che ha visto la presenza di Rai Radio 2 e che è stato finanziato dalla Regione per 200mila euro (più Iva) sulla base di una convenzione tra Rai Com e Regione Umbria siglata il 28 novembre scorso “dopo accordi preliminari precedenti”. “Il Comune di Foligno – proseguono dal Pd -, a sua volta, ha stipulato una convenzione con Rai Com, in cui si è impegnato a garantire il sostegno logistico per l’evento, e cioè fornire: spazi, permessi di accesso, camerini, servizio di guardiania, energia elettrica, Siae per spettacolo dal vivo, attivazione vigili del fuoco e servizio sanitario di emergenza. Questi servizi – aggiungono – sono stati appaltati dal comune all’associazione Paiper per la somma di 71.980 euro”. Insomma, precisano i “dem”, “il concerto di Capodanno è costato in totale ai cittadini più di 300mila euro”.
A questi, però, il Partito democratico somma anche quelli per le luminarie e, ribadisce, “si arriva a cifre veramente importanti”. “Ne è valsa la pena?” si chiedono retoricamente i “dem”. “Quando si obietta ad alcune richieste, anche di primaria importanza, che non ci sono soldi pubblici disponibili – vanno all’attacco -, bisogna sempre tenere presente che si tratta di scelte e di priorità. Il Natale a Foligno è costato sicuramente troppo, se si pensa a quante situazioni di emergenza ci sono nella nostra popolazione, che in grande percentuale ha difficoltà a condurre una vita dignitosa”. Per i consiglieri in quota Pd, infatti, “con cifre a cinque zeri si potevano fare investimenti oculati, servizi alla persona, avviamenti al lavoro….ma bisogna avere un’idea dei veri bisogni e delle priorità. E questo – concludono – non emerge e non si ravvisa affatto in certe scelte azzardate”.