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Carlo Acutis proteggerà la Neurologia del “San Giovanni Battista”

Lo sguardo e il sorriso del giovane, prossimo alla canonizzazione, campeggiano in un quadro lungo il corridoio al terzo piano dell’ospedale. Zampolini: “Con la spiritualità, l’esito delle cure è migliore: lo dice anche la scienza”

Pubblicato il 9 Aprile 2025 18:21 - Modificato il 10 Aprile 2025 16:44

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Un protettore per la struttura complessa di Neurologia dell’ospedale di Foligno. E quel protettore risponde al nome di Carlo Acutis. Il giovane, che tra poche settimane verrà canonizzato in piazza San Pietro, in concomitanza con il Giubileo degli Adolescenti, da lunedì mattina veglia con il suo sguardo e il suo sorriso sui pazienti e sul personale sanitario del reparto diretto dal dottor Mauro Zampolini.

Un quadro che lo raffigura campeggia infatti nel lungo corridoio che attraversa le sale di degenza, al terzo piano del “San Giovanni Battista”. L’opera, preziosa per tutto quello che simboleggia, è stata svelata negli scorsi giorni, nel corso di una piccola cerimonia molto sentita e partecipata, curata dal cappellano Piergiorgio Selvi, che ha ringraziato il personale del reparto per gli addobbi floreali e il rinfresco, ma non solo. Sua, infatti, la proposta che è stata di fatto avanzata a tutti i reparti dell’ospedale folignate di individuare un santo cui affidare i pazienti e tutto il personale sanitario. Proposta che il reparto di Neurologia ha condiviso, chiedendo che fosse individuata nel beato Acutis la figura di riferimento. Ne è dunque scaturita l’organizzazione da parte del cappellano Selvi, che ha provveduto a invitare il vescovo Domenico Sorrentino e, con lui, Antonio Sarzano, mamma di Carlo Acutis. Inoltre é stato reperito anche il quadro affisso nel reparto.

“Quello che stiamo vivendo oggi – ha commentato la coordinatrice infermieristica Costanza Fontetrosciani – è un momento molto importante per il nostro reparto, che nasce da un’esperienza personale. Quale mese fa – ha infatti spiegato – ho visitato la tomba del beato Carlo Acutis ad Assisi ed ho respirato tanta spiritualità che ho riportato poi nel mio lavoro. Da lì la decisione, condivisa da tutti i colleghi, di affidare il reparto a questo giovane brillante e di grande speranza per i pazienti, i loro familiari e anche per noi operatori. Perché – ha concluso – la spiritualità è un elemento fondamentale del percorso di cura”.

Pensiero condiviso anche dal responsabile della struttura complessa di Neurologia. “A testimoniarlo è anche la scienza: se si associa l’aspetto spirituale al percorso di recupero, l’esito delle cure è migliore” ha dichiarato Mauro Zampolini, che ha poi aggiunto: “Sono due le specificità che connettono Carlo Acutis a questo reparto: lo sguardo rivolto a casi neurologici (come nel caso di uno dei due miracoli che gli sono stati riconosciuti, ndr), congrui con questo tipo di percorso spirituale e concreto; e la correlazione con la modernità, perché in un mondo in cui nei social prevale la rabbia, saper testimoniare la spiritualità e l’umani, come lui ha fatto, è una peculiarità”. “La tecnologia – gli ha fatto eco il direttore sanitario del ‘San Giovanni Battista’, la dottoressa Orietta Rossi – non riguarda solo i giovani, ma anche gli anziani che devono essere messi in grado di capire questo linguaggio. Questo elemento, ad esempio nel caso della telemedicina, permette una maggiore compliance (l’aderenza alle prescrizioni mediche, farmacologiche e non, ndr) del paziente nel processo di cura”.

Presente alla donazione del quadro raffigurante Carlo Acutis, anche la madre del 15enne, Antonia Sarzano. “Carlo è stato un ragazzo che ha voluto diffondere la fede in tutto il mondo e lo ha fatto attraverso la tecnologia – ha detto -. Sono sicura che da qui continuerà ad annunciare Cristo e a dare speranza. È una ventata di freschezza. Mi auguro che pregandolo pazienti e operatori possano trovare serenità e che ci possano essere tante guarigioni”.

Orgoglioso di questo piccolo grande miracolo che si è realizzato all’interno dell’ospedale folignate monsignor Domenico Sorrentino. “Non so in quanti altri ospedali una cosa delle genere sarebbe possibile” ha detto, sottolineando l’integrazione tra due mondi per lungo tempo rimasti separati e distanziati, quello della scienza e quello della fede. “Corpo e anima sono intimamente integrati “ ha dichiarato, per poi ribadire come oggi la medicina sia diventata “narrativa”, prendendo in considerazione “la persona nel suo contesto globale”. “È una medicina – ha commentato – che torna a riscoprire l’aspetto spirituale. E inserire la figura di Carlo in questo contesto significa dire tutto questo, segnica parlare di una medicina del futuro, perché è un giovane che parla di vita e di speranza. Dio ci ha voluto dare un sorriso attraverso Carlo – ha quindi concluso – e vorrei che questo fosse il sorriso dell’ospedale di Foligno. Sarebbe bello trovare in ciascuno di noi il sorriso di Carlo, un sorriso che si integra con la cura”.

A chiudere la cerimonia, dopo la benedizione del vescovo, la visita da parte di monsignor Sorrentino e della mamma del beato Carlo Acutis ad alcuni dei pazienti presenti in reparto. 

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