La data e il luogo sono ancora da stabilire, ma c’è anche Foligno tra le tappe del ciclo di incontri con la cittadinanza promosso dalla Regione Umbria per approfondire e condividere i contenuti della legge sulle aree idonee, quella cioè che punta a rendere l’Umbria rinnovabile al 100%. Le assemblee, che prenderanno il via giovedì 8 maggio da Ponte San Giovanni con riferimento al territorio perugino, per poi toccare Terni, Orvieto, Norcia, Città di Castello e – come detto – Foligno, vedranno l’illustrazione, da parte dell’assessore regionale Thomas De Luca, della legge “Misure urgenti per la transizione energetica e la tutela del paesaggio umbro”, che individua di fatto le aree e le superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile.
Tema che nel territorio folignate ha fatto discutere e non poco nell’ultimo anno, anche in virtù delle crescenti richieste che aziende private hanno avanzato al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica per la realizzazione di impianti eolici lungo la fascia appenninica. A mobilitarsi nel Folignate le associazioni, con tanto di osservazioni al Mase, ma anche il Comune che in due distinte occasioni ha approvato all’unanimità, in consiglio comunale, altrettante istanze di richiesta di inchiesta pubblica. Per Foligno, dunque, ora un nuovo appuntamento in cui, come sottolineato dall’Ente di palazzo Donini, confrontarsi e condividere una legge che dalla stessa Regione apostrofano come “cruciale e urgente per la transizione energetica e l’autoconsumo regionale, che punta a conciliare gli obiettivi europei con la tutela del paesaggio, coinvolgendo i portatori d’interesse e i titolari dei diritti nel processo”.
“La legge, attesa da tempo – annunciano infatti da Perugia -, ora entra nella fase di partecipazione, con l’obiettivo di una rapida approvazione”. Intanto, a metà febbraio l’assessorato regionale all’Ambiente aveva chiesto ai 92 Comuni umbri di inviare osservazioni e proposte su aree idonee e non. Richiesta che riguardava in particolare l’individuazione di beni comunali da tutelare ai sensi dell’articolo 7 del Dm 21 giugno 2024 e l’indicazione di potenziali aree idonee aggiuntive rispetto alla normativa nazionale. Il termine iniziale per le risposte dei comuni, fissato al 28 febbraio scorso, era stato posticipato a metà marzo. Circa due terzi dei Comuni, fanno sapere dalla Regione, hanno risposto inviando osservazioni e prescrizioni che sono state recepite nella legge, tendendo ad una sintesi tra le varie eterogenee necessità e richieste territoriali.
“La legge è una necessità improrogabile sia sotto il profilo energetico che paesaggistico e ambientale – ha commentato – l’assessore all’Ambiente e all’energia, Thomas De Luca – sostituire le fonti fossili con impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile è fondamentale per imprese e famiglie, perché offre un approvvigionamento istantaneo, costante e stabile che libera dalle incertezze dei mercati internazionali e dalle dinamiche geopolitiche. Puntiamo a rendere l’Umbria una regione 100% rinnovabile, ma conciliando questo percorso con la tutela del paesaggio e dell’identità umbra. La zonizzazione del prezzo dell’energia in Italia renderà progressivamente ancor più evidente la differenza di competitività tra le regioni che hanno raggiunto gli obiettivi fissati dal Pniec e chi no. Il nostro paradigma è quello di costruire un sistema integrato di minigrid, piccole reti bilanciate e interconnesse tra loro, favorendo l’implementazione di sistemi di accumulo in grado di compensare la discontinuità delle fonti naturali. Se le superfici sono uno spazio finito la nostra intenzione è quella di dare priorità assoluta di accesso alle necessità di autoconsumo delle nostre aziende e delle nostre famiglie, in primo luogo sotto forma di comunità energetiche”.