Quando ha saputo di essere destinatario di una serie di sentenze definitive di condanna che lo avrebbero portato a scontare una pena complessiva di quattro anni e otto mesi di reclusione, ha scelto la strada della latitanza. Una strada che, però, non l’ha portato lontano, tutt’altro. L’uomo, un 40enne di origini nigeriane, infatti, è stato individuato e arrestato dagli agenti del Commissariato di Foligno, agli ordini del vice questore Adriano Felici.
Sulle sue tracce da diverse settimane, da quando cioè erano stati emessi i provvedimenti a suo carico e l’uomo aveva ben pensato di sparire dai radar, i poliziotti di via Garibaldi erano del tutto certi che non avesse lasciato la città, ma che si stesse piuttosto nascondendo lì dove era sempre stato e dove viveva dal almeno dieci anni, cioè a Foligno. Che è poi la città dove si sono consumati i reati contro il patrimonio e in materia di sostanze stupefacenti per i quali è stato recentemente condannato in via definitiva. Sul primo fronte, il riferimento è a una rapina aggravata nei confronti di un connazionale, di cui si era reso protagonista insieme ad altre persone. Sul secondo, invece, allo spaccio sia di cocaina che di eroina: una disponibilità di sostanze tale da far intuire agli inquirenti come fosse ben inserito nel mercato della droga.
Dopo settimane di attente e costanti osservazioni, intorno alle 18 di lunedì 19 maggio gli agenti lo hanno finalmente rintracciato nel centro storico cittadino, lì dove – come detto – ipotizzavano si nascondesse. L’uomo era per strada quando si è imbattuto nei poliziotti. Alla loro vista ha prima tentato di fuggire, poi, quando è stato bloccato, ha cercato di opporre un’energica resistenza, senza ottenere il risultato sperato ma, soprattutto, senza conseguenze né per se stesso né per gli agenti. Seppur concitata, infatti, la cattura dello straniero non ha comportato per nessuno dei coinvolti il ricorso alle cure dei sanitari. Portato negli uffici di via Garibaldi e conclusi tutti gli atti di rito, il 40enne è stato quindi arrestato e trasferito in carcere a Spoleto, in esecuzione del provvedimento emesso a seguito delle condanne in via definitiva, per le quali, dunque, dovrà scontare una pena di quattro anni e otto mesi.