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Tempio crematorio a Colfiorito, l’imprenditore contro il Comune: “Amaro in bocca per le promesse fatte” 

Il legale rappresentante della società che aveva presentato la proposta di project financing interviene sulla vicenda all’indomani del pronunciamento del consiglio comunale: rigettata l’istanza con i voti della maggioranza, mentre l’opposizione non partecipa al voto

Pubblicato il 21 Maggio 2025 18:03 - Modificato il 22 Maggio 2025 09:49

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Come sarebbe andata in consiglio comunale era ormai chiaro: la maggioranza, con 14 voti favorevoli, ha dichiarato l’insussistenza all’interesse pubblico del project financing per la realizzazione e la successiva gestione di un tempio crematorio e delle sale di commiato a Colfiorito; l’opposizione invece, come già avvenuto nella seduta della seconda commissione consiliare del 9 maggio scorso, non ha partecipato al voto. Quello che non ci si aspettava, però, è che all’indomani della massima assise cittadina ad intervenire sulla vicenda sarebbe stato proprio il legale rappresentante della società La Fenice srl, quella cioè che nel novembre 2023 aveva presentato all’Ente di palazzo Orfini Podestà la proposta di project financing definitivamente rigettata non più tardi di 24 ore fa dal consiglio comunale.

In una nota di poche righe, l’imprenditore Massimo Junior Acciarini parla di “grande delusione e rammarico, frutto di una profonda riflessione sulle recenti dinamiche che hanno caratterizzato il nostro progetto ambizioso, pensato per portare benefici significativi non solo alla nostra amata città, ma all’intera regione Umbria”. “È innegabile – spiega – che l’idea iniziale fosse carica di potenzialità, con l’intento di migliorare e promuovere un futuro migliore per Foligno”. E non può sfuggire all’attenzione quanto messo nero su bianco subito dopo. “Le recenti decisioni politiche – scrive, infatti, Acciarini – mi hanno lasciato un amaro in bocca, soprattutto per il modo in cui sono state gestite le promesse fatte e le aspettative create. È frustrante – prosegue – vedere come, dopo aver investito non solo risorse economiche ma anche tempo ed energie in questo progetto, ci si sia trovati di fronte a un muro di indifferenza e mancanza di supporto. Le mie spese, frutto di una visione condivisa e di un impegno sincero, sembrano ora dissipate nel vento, mentre l’opportunità di realizzare qualcosa di grande per Foligno svanisce in un gioco politico che non avrei mai immaginato”. Da parte del legale rappresentante de La Fenice srl viene, quindi, espresso “disappunto non solo per la mancanza di sostegno, ma – conclude in maniera anche abbastanza dura – anche per il messaggio che tutto ciò trasmette ai cittadini, che si aspettano coerenza e trasparenza da chi ha il compito di guidarli”.

Secondo quanto è via via emerso nel corso dei mesi, infatti, l’imprenditore aveva già acquistato l’area in cui realizzare l’impianto crematorio, impegnando risorse e tempo. Un investimento che lo aveva portato a ottobre 2024, quando cioè era ormai chiara la linea dell’amministrazione folignate, a presentare ricorso al Tar per il risarcimento del danno “da responsabilità precontrattuale della pubblica amministrazione”. Tar che ora, dunque, si dovrà pronunciare. Un pronunciamento che, come dichiarato in fase di discussione in consiglio comunale, tanto da Rita Barbetti del Pd quanto da David Fantauzzi del M5S, potrebbe costare caro alle casse comunali.

A tenere banco nel pomeriggio di martedì nella sala consiliare anche il botta e risposta tra il capogruppo della Lega, Mauro Malaridotto, e gli stessi Fantauzzi e Barbetti. Posizione quella di Malaridotto ribadita anche in una nota in cui ha criticato “l’atteggiamento degli esponenti della sinistra che, come già accaduto in commissione, hanno abbandonato l’aula al momento del voto, evitando di assumersi ogni responsabilità”. “Una scelta – commenta Malaridotto, sottolineando l’impegno della maggioranza a difesa della montagna e della comunità di Colfiorito – che equivale, nei fatti, a una posizione favorevole alla costruzione dell’impianto”.

Netta la posizione dei due esponenti dell’opposizione, che non hanno mancato di sottolineare le loro perplessità. “Se fossi un imprenditore, prima di imbarcarmi in un investimento del genere, un passaggio anche informale lo farei – ha detto Fantauzzi -, perché se mi dicessero che quella è una zona con certe peculiarità e caratteristiche, magari proporrei un altro sito in cui realizzarlo”. Ripercorrendo tutte le tappe, invece, Rita Barbetti ha sottolineato come la vicenda sia esplosa solo a febbraio 2024 attraverso le pagine del Corriere dell’Umbria per quella che ha definito una “fuga di notizie”. “Fino ad allora – ha detto – nessuno sapeva nulla, solo in quel momento si è saputo tutto quello che stava accadendo, ma le carte cantano”. Sulla stessa linea anche gli altri consiglieri di minoranza che in fase di dichiarazione di voto hanno annunciato la loro non partecipazione per quello che, tra gli altri, Maria Frigeri di Patto x Foligno ha detto essere “un iter non chiaro e pieno di incertezze”. 

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