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Integrazione ospedali Foligno-Spoleto, Usl2: “Sempre più necessario”

Pubblicato il 28 Luglio 2022 10:53 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:49

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Sono in fase di definizione da parte del tavolo di lavoro tecnico le prospettive legate al piano di integrazione tra gli ospedali di Foligno e Spoleto ed il territorio della Valnerina. E la parte tecnica della proposta di integrazione, in particolare, verrà ultimata dal gruppo di lavoro entro luglio per consentire alla Regione di effettuare le scelte programmatiche necessarie. Ad annunciarlo, in una nota riferita pure all’attuale situazione del nosocomio spoletino tra riattivazione di reparti e servizi disposti dalla direzione strategica, è l’Usl Umbria 2. Azienda sanitaria che, proprio in virtù del report offerto riguardante il “San Matteo degli Infermi”, evidenzia come appaia sempre più evidente la necessità di una riorganizzazione della rete ospedaliera di quell’area al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza in sicurezza”.

Integrazione, quella tra i due ospedali Dea I livello, che, dicono dall’Usl, dovrà avere come punto di partenza la consapevolezza che le strutture, separate da una ventina di chilometri, sono parte di un unico presidio funzionale sede di Dea I livello, in cui le attività previste dovranno essere razionalmente distribuite con modelli organizzativi funzionali e sostenibili e che abbia come fine ultimo la garanzia di prestazioni di qualità. Un presupposto che, viene spiegato, garantirà ai cittadini un approccio ed un percorso di cura omogenei e non condizionati dall’ospedale in cui il singolo si trova ad accedere. E l’esperienza Covid, in questo senso, ha rappresentato un esempio se si pensa all’integrazione tra Spoleto e il presidio di Foligno per attività come, tra le altre, Emergenza urgenza di medicina o Pneumologia.

Principio cardine dell’integrazione, per l’Usl, il passaggio da un clima di competitività ad uno basato sulle sinergie di intenti. Sarà possibile, questo, creando percorsi diagnostico terapeutici di respiro aziendale e interaziendale con l’Azienda ospedaliera di Terni e la messa in comune di risorse materiali. E per l’utenza, ogni sede dovrà erogare prestazioni definite sulla scorta del modello riorganizzativo evitando duplicazioni incongrue. Stando all’Usl, l’integrazione dovrà puntare poi alla realizzazione di livelli assistenziali di qualità, in grado di invertire lo stato di attuale importante mobilità passiva convertendola in una capacità di attrazione anche extra regionale. Nelle prospettive di integrazione tra i presidi ospedalieri di Foligno e Spoleto, l’utente potrà così percepire un miglioramento nella presa in carico della necessità di cura.

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