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Post-sisma, Pietrantozzi (Cisl): “Le istituzioni ascoltino sindacati e territori”

Pubblicato il 18 Febbraio 2017 07:21 - Modificato il 5 Settembre 2023 18:04

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Maggiore attenzione al territorio e maggiore coinvolgimento di tutte le parti sociali. E’ questo l’appello della segretaria della Cisl di Foligno e Spoleto Pierpaola Pietrantozzi, affinché non si torni ad una recessione dalla quale ci si stava sollevando. L’incontro di lunedì, organizzato a Spoleto unitariamente da Cgil, Cisl e Uil, dal titolo “Ricostruiamo?”, è nato dall’idea di coinvolgere le associazioni di categoria, soprattutto di quelle zone maggiormente colpite dal sisma e che, in questi ultimi mesi, hanno dovuto far fronte ad una crisi definita “particolare” e di non facile gestione. “Come organizzazioni sociali – dichiara ai microfoni di Rgu la segretaria della Cisl – abbiamo voluto dire la nostra rispetto a quello che il terremoto ha provocato in termini di effetti, sulla zona e sulla regione in senso ampio, ma anche un modo per proporre un modello di ragionamento e per vedere un nostro coinvolgimento nella gestione del problema attuale e futuro. Quello che manca è il dovuto coinvolgimento in termini di ascolto”. Una situazione di crisi che, nonostante il sisma in Umbria abbia colpito solo una zona limitata di territorio, ha innescato una serie di processi capaci di coinvolgere più settori, da quello turistico a quello economico. Temi e problematiche spesso inascoltate che hanno portato ad uno scarso coinvolgimento del territorio. “Chiediamo dei tavoli concertativi sul territorio, perché non si può gestire la crisi sismica con un potere accentrato. Capiamo che lo si debba fare necessariamente perché il sisma ha colpito quattro regioni, ma ogni territorio ha la propria storia, la propria cultura, la propria tradizione e le proprie esperienze. L’Umbria – sottolinea – ha una sua grande esperienza in questo campo per via della sua storia sismica, ma anche e soprattutto sul come sia stata capace a risollevarsi, come è successo a Foligno nel 1997. Ad oggi però, poco è stato recepito nonostante i nostri numerosi appelli”. Parlando di numeri, la segretaria parla di una crisi di emergenza ancora in pieno corso, che vede il 50 per cento della popolazione di Norcia priva di una stabile sistemazione. “Abbiamo circa la metà della popolazione nei container, nei campi, e sono in fase di installazione le casette di legno. Il 50 per cento della popolazione di Norcia risiede nei container collettivi allestiti nel mese di dicembre e ancora in fase di consegna, e l’altra parte sta tra parenti, amici, alberghi del circondario e del Lago. Chi ha potuto, invece, si è organizzato da solo. Rispetto all’agibilità, invece, in questi giorni sono state censite quasi 17mila strutture e la percentuale generale di non agibilità è intorno al 32 per cento, accentuata molto nei comuni dei crateri vicini”. A Foligno, sempre secondo gli stessi dati forniti nei primi giorni di febbraio dalla Protezione Civile, risultano essere ancora non agibili il 14 per cento degli edifici, su un totale di 1198 strutture esaminate, mentre a Spoleto il 23 per cento su un totale di 2024 edifici. Due, secondo la Pietrantozzi, le criticità che emergono da questo quadro di dati: la situazione delle scuole, comprese quelle del territorio folignate, definite “inadeguate e datate”, e quella delle infrastrutture che, anche nella prima fase di emergenza post sisma, hanno spesso ritardato la macchina degli aiuti. “Come si può far rinascere Castelluccio, l’economia e il turismo ad essa collegate, se la strada è ancora bloccata – chiede la Pietrantozzi – e come si può pensare ad una celere ripresa dell’economia se non si investe sulle strade? Recentemente sono stati stanziati circa 50 milioni di euro per l’intervento tempestivo e veloce per ripristinare la corretta viabilità, ma non dobbiamo dimenticarci delle strade che non esistono più”. Altro campanello d’allarme legato al sisma e che coinvolge anche il territorio folignate, nonostante le infrastrutture e la posizione siano favorevoli, è il turismo. “Foligno ha saputo reagire meglio rispetto agli altri territori, dopo il sisma del ’97 – sottolinea – mettendo a valore le occasioni che la ricostruzione ha creato e dandosi una veste attrattiva che ci riconoscono tutti, sapendo mettersi in gioco anche grazie anche ad imprenditori che hanno investito sul territorio. Parlo del settore aerospaziale, ad esempio, diventato anche punto di riferimento per i giovani che hanno deciso di restare e costruirsi un futuro a Foligno. Parlando di dati, l’età media ad esempio dell’Ncm e dell’Umbria Cuscinetti è sui 35/36 anni. Un dato importante per una regione che invecchia al 182 per cento. Tutto questo fa parte di una visione generale di più attori che hanno capito che bisognava muoversi, e non parlo di una classe dirigente specifica. Foligno però – conclude la segretaria Pietrantozzi – è in standby. Non siamo ancora usciti dalla crisi e, quei pochi dati positivi che c’erano, soprattutto qui nel folignate e nella zona di Assisi, sono in netto calo. Non bastano gli spot, che sono sicuramente importanti, ma occorrono atti concreti come un numero maggiore di tavoli, che garantirebbero proposte e momenti di ascolto importanti per l’intera regione”.

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