Una richiesta urgente all’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi, ed alla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. È quella inviata venerdì mattina da Cgil, Cisl e Uil unite nel chiedere un tavolo tecnico che affronti una volta e per tutte i nodi legati alla vicenda della ex Antonio Merloni. Due i punti all’ordine del giorno, rispetto ai quali – per le sigle sindacali – non si può più attendere. Da una parte evitare il fallimento dell’accordo di programma della fascia appenninica, sfruttando le risorse messe a disposizione – 35 milioni – ad oggi non ancora utilizzate, allo scopo di occupare i 630 lavoratori non riassunti dalla Jp. Su questo fronte i tre sindacati sottolineano come la situazione sia ancora più esasperata dal fatto che il prossimo 12 ottobre scadrà definitivamente la cassa integrazione e che la maggior parte dei non riassunti ha un’età media al di sopra dei 45 anni. Il rischio per loro è quindi di non avere più alcuna prospettiva né lavorativa né previdenziale. Dall’altra parte, chiedono che venga garantita l’attività produttiva della JP a Gaifana e un futuro lavorativo certo ai 350 lavoratori umbri, invece, riassunti da Porcarelli. «È fondamentale agire subito – spiegano i sindacati – considerando che altrettanti lavoratori, se non di più, vivono lo stesso dramma sul versante marchigiano. Per questo – concludono – è necessario che anche il governo nazionale svolga a pieno il suo ruolo». Intanto si infittisce il calendario di appuntamenti che le tre sigle sindacali hanno in programma per mantenere alta l’attenzione sulla “vertenza Umbria”, calendario di iniziative che culminerà con uno sciopero generale regionale.
Ex Merloni, i sindacati chiedono un incontro urgente alla Regione
Pubblicato il 29 Agosto 2014 14:06 - Modificato il 6 Settembre 2023 02:34
I lavoratori della ex Merloni a Roma (foto d'archivio)
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