Lunedì 22 dicembre incontro decisivo al ministero del lavoro a Roma per i dipendenti della JeP Industries. Alla presenza delle sigle sindacali nazionali Fim, Fiom e Uilm, dei sindacati territoriali e delle rsu di Nocera Umbra e di Fabriano – insieme alla proprietà – il Governo ha rinnovato per il quarto anno di fila la cassa integrazione per i dipendenti della JeP. La firma per l’erogazione dell’ammortizzatore sociale per l’anno 2015 dipendeva dalla capacità del piano industriale presentato da Giovanni Porcarelli di raggiungere i vari obiettivi in esso contenuti. Un segnale positivo, dunque, per i sindacati, come sottolineato da Luciano Recchioni di Fiom Cgil: “Le cose stanno andando nella direzione che ci eravamo prefissati. Manca ancora la cosa più importante ovvero un lavoro più frequente ma speriamo di raggiungere questo e gli altri obiettivi nel nuovo anno”.
Ancora nessuna novità invece in merito all’accordo di programma anche se entro gennaio ci sarà un nuovo incontro per capire come muoversi anche in considerazione di un “presunto” accordo siglato tra la proprietà e le banche annunciato dal vice ministro dello sviluppo economico Claudio de Vincenti: “Indicativamente subito dopo le feste abbiamo un nuovo incontro a Roma per capire come ci si muoverà nell’ambito di questo presunto accordo che, come dice De Vincenti, sembra sia stato raggiunto tra le banche e la proprietà”.
Martedì 23 dicembre, inoltre, in occasione della consegna dei pacchi natalizi per i dipendenti della JeP alla presenza di Giovanni Porcarelli, i sindacati e i lavoratori cercheranno di capire dallo stesso numero uno dell’azienda la portata dell’accordo siglato con le banche. In merito alla questione dei soldi chiesti indietro dall’Ex Merloni ai dipendenti posti in mobilità, invece, i sindacati forti anche dell’incontro di stamani, confermano ai lavoratori di non pagare la flessibilità in virtù di un accordo raggiunto tra gli stessi sindacati e i commissari. Luciano Recchioni: “Sulla flessibilità i lavoratori non devono pagare perchè c’ è un accordo tra i commissari, che sono i datori di lavoro di oggi, e il sindacato”.